Ue: calano i morti per incidenti stradali, aree urbane molto pericolose. A rischio pedoni e ciclisti

Sulla base dei dati preliminari forniti oggi dalla Commissione Ue, nel 2020 diciotto Stati membri hanno registrato il minimo storico per quanto riguarda i decessi in incidenti stradali. Nell’Ue “i morti sono diminuiti in media del 17% rispetto al 2019, anche se la riduzione è lungi dall’essere uniforme, con le diminuzioni maggiori (pari o superiori al 20%) registrate in Belgio, Bulgaria, Danimarca, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Ungheria, Malta e Slovenia. Per contro, cinque Stati membri (Estonia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo e Finlandia) hanno registrato un aumento delle vittime, anche se questo dato nei Paesi più piccoli tende a oscillare di anno in anno”.
Se si considera un periodo più esteso, tra il 2010 e il 2020, il numero di morti sulle strade europee è diminuito del 36%, percentuale inferiore al 50% previsto dall’obiettivo dell’Ue. Solo la Grecia (54%) ha superato l’obiettivo, seguita da Croazia (44%), Spagna (44), Portogallo (43), Italia (42) e Slovenia (42). L’andamento senza precedenti del 2020 ha determinato alcuni cambiamenti nella classifica dei tassi di mortalità nei vari paesi: la Svezia resta il Paese dalle strade più sicure, mentre la Romania quello con il più alto numero di decessi.
In tutta l’Ue, in circa il 70% degli incidenti stradali mortali nelle aree urbane sono coinvolti utenti della strada vulnerabili, tra cui pedoni, motociclisti e ciclisti. “Affrontare la questione della sicurezza stradale nelle città è pertanto un compito prioritario e la Commissione intende garantire che la sicurezza stradale sia presa in considerazione in tutte le fasi della pianificazione della mobilità urbana”.

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