Libertà religiosa: mons. Dabiré (Burkina Faso) ad Acs, “terroristi vogliono islamizzare tutta l’Africa”

“Il terrorismo è una valanga che si è abbattuta sul Sahel e sul nostro Paese con l’intento di islamizzare tutta l’Africa. Una grave minaccia per tutti”. Così mons. Laurent B. Dabiré, presidente della Conferenza episcopale del Burkina Faso e del Niger, è intervenuto oggi alla presentazione della XV edizione del rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) sulla libertà religiosa nel mondo. In collegamento da Dori, nel nord del Burkina Faso, diocesi di cui è vescovo, il presule ha parlato di “distruzioni di case, massacri di civili, devastazione di scuole e di ogni altro simbolo di convivenza e tolleranza” e denunciato “le limitazioni della libertà religiosa imposte dai terroristi a quei musulmani che non condividono il loro credo, obbligati a convertirsi pena la morte, e anche ai cristiani”. “I terroristi – ha aggiunto – non vogliono dialogo e convivenza, valori che il Burkina Faso ben conosceva. Cosa accadrà non lo sappiamo – ha spiegato -. Da parte nostra cerchiamo di portare aiuto materiale e conforto a chi è dovuto fuggire dai villaggi”. Rispondendo alle domande dei giornalisti mons. Dabiré ha definito “Takuba”, la missione internazionale a guida francese che ha lo scopo di addestrare le truppe di Mali, Niger e Burkina Faso e che vede impegnata anche l’Italia, “un grande aiuto contro il terrorismo perché, per come si è manifestato nel Sahel, nessun Paese può combatterlo da solo. Serve l’aiuto della comunità internazionale per fermare il terrorismo e permettere agli Stati di organizzarsi”. Il Rapporto Acs mette in luce “la progressiva radicalizzazione del continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e orientale, dove la presenza di gruppi jihadisti è notevolmente aumentata. Violazioni della libertà religiosa si sono verificate nel 42% delle nazioni africane”. Sono sette i Paesi africani che si sono aggiunti alla lista dei Paesi in cui si soffre la persecuzione religiosa: “Camerun, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Mali, Burkina Faso e Mozambico. Questi ultimi rappresentano due casi eclatanti”.

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