Coronavirus Covid-19: Draghi, “non sappiamo quanto durerà, ma dobbiamo essere meglio preparati per il futuro”. Il 21 maggio Global Health Summit a Roma

(Foto: Presidenza del Consiglio dei ministri)

“Non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia o quando ci colpirà la prossima”, ma l’attuale emergenza sanitaria “ci impone di essere meglio preparati per il futuro. Dobbiamo sostenere la ricerca, rafforzare le catene di approvvigionamento e ristrutturare i sistemi sanitari nazionali. Dobbiamo rafforzare il coordinamento e la cooperazione globali”. Lo ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi, introducendo con un videomessaggio il webinar con i rappresentanti della società civile in vista del Global Health Summit che si terrà il prossimo 21 maggio a Roma. La risposta globale al coronavirus, una maratona di raccolta di fondi lanciata lo scorso 24 aprile dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha raccolto quasi 16 miliardi di euro da donatori di tutto il mondo per l’accesso universale alle cure, ai test e ai vaccini contro il coronavirus; l’attuale attività delle istituzioni e dei quadri multilaterali, in particolare l’Oms e il regolamento sanitario internazionale; altre iniziative e processi in campo sanitario, compresi quelli in corso nel G7 e nel G20: questi i temi dai quali partirà il Summit co-organizzato dall’Italia, durante l’anno della Presidenza di turno del G20, e dalla Commissione europea.
“Per i leader del G20 e i capi di Stato invitati, i leader di organizzazioni internazionali e regionali, i rappresentanti degli organismi sanitari mondiali il vertice è un’opportunità per condividere gli insegnamenti tratti dalla pandemia di Covid-19 ed elaborare e approvare una ‘dichiarazione di Roma’ che formulerà una serie di principi”, si legge in un comunicato. I principi “possono costituire una guida potente per l’ulteriore cooperazione multilaterale e l’azione congiunta per prevenire future crisi sanitarie mondiali, nonché per un impegno comune a costruire un mondo più sano, più sicuro, più equo e più sostenibile”.

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