Migranti: Centro Astalli, “34.000 arrivi nel 2020 ma richieste d’asilo in calo (28.000)”

Il 2020 ha registrato un aumento degli arrivi via mare di migranti in Italia (34mila), dopo due anni di diminuzione (23mila nel 2018 e 11mila nel 2019).  Allo stesso tempo però sono diminuite le richieste d’asilo in Italia: 28mila (contro le 43.783 del 2019). I numeri sono citati nel Rapporto annuale 2021 del Centro Astalli, reso noto oggi. Il blocco degli ingressi in 90 Paesi a causa della pandemia, la mancanza di azioni di soccorso e ricerca nel Mediterraneo centrale da parte di governi e Unione europea, la limitazione delle azioni delle Ong, “non ha bloccato i flussi irregolari di migranti ma ne ha reso solo meno visibili le conseguenze”, osserva il Centro Astalli. Nel 2020 sono stati oltre 11.000 i migranti soccorsi o intercettati nel Mediterraneo e riportati in Libia. A questi si aggiungono le oltre 1.400 vittime accertate di naufragi nel corso del 2020. In un anno di accompagnamento dei migranti forzati, complice la pandemia, il Centro Astalli ha registrato però “un aumento degli ostacoli frapposti all’ottenimento di una protezione effettiva, un intensificarsi del disagio sociale e della marginalizzazione dei rifugiati. Molte situazioni, già in equilibrio instabile, si sono trasformate in condizioni di grave povertà”. Secondo il centro dei gesuiti normative e prassi dei singoli uffici trasformano la burocrazia in “un potenziale vicolo cieco” che impedisce la tutela dei diritti. La crisi sanitaria ha inoltre messo in evidenza “le lacune del sistema sanitario e del welfare territoriale”, che ha indebolito “tutele e misure di sostegno alla popolazione più fragile di cui i rifugiati fanno parte”. Un altro punto delicato sono le persone vittime di tortura, violenza intenzionale o abusi sessuali, ricevute nel centro Samifo (Salute Migranti Forzati): 1.471 persone nel 2020, di cui 763 nuove. Qui vengono forniti servizi specialistici e nuove attività di screening e cura, tra cui tamponi antigenici e test sierologici. Le persone riferiscono di essere state torturate, ma anche di aver subito percosse e abusi in Libia. Nel 2020 il Samifo si è trovato inoltre a certificare le violenze inferte nei Balcani dalle forze di polizia e quelle causate dai respingimenti alla frontiera tra Italia e Slovenia

 

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