Scuola: Aimc, Cidi, Mce, Proteo Fare Sapere, riapertura estiva “opportunità di una fase-ponte che allarghi sguardo educativo a tutte le dimensioni umane, sociali e cognitive”

“Spetta alla scuola, alla sua capacità di progetto, ai docenti che lo vorranno, cogliere l’occasione inedita per ridare anima sociale al territorio attivando processi di progettazione condivisa con i soggetti sociali disponibili. Questo anche per evitare che i finanziamenti si disperdano in tanti rivoli che non si incontrano, o che diventino una partita di giro della scuola ad altro soggetto che svolgerà le attività”. Lo sostengono, in una nota, le associazioni professionali Aimc, Cidi, Mce, Proteo Fare Sapere.
Una progettualità, precisano, che “parta dalla scuola e dalla sua riflessione pedagogica sulle condizioni concrete di bambini e studenti; permetta di uscire dalle aule e dagli spazi scolastici per invadere i quartieri, le piazze, le risorse fisiche e umane del territorio; coinvolga bambini e studenti sin dall’immaginazione delle esperienze da realizzare insieme, in quanto protagonisti – e non clienti – di una comunità integrata in cui scuola e territorio ascoltano, dialogano, traducono in pratiche di educazione attiva il senso autentico di una responsabilità pubblica condivisa”.
Questo è “il significato dei patti territoriali che occorrerà realizzare, ben sapendo che in un clima di partecipazione, di ritrovata socialità, è anche possibile ritrovare il piacere dell’apprendere e ‘recuperare’ in tal modo anche abilità e competenze compromesse dalle difficili condizioni dei mesi scorsi”.
Le associazioni professionali della scuola Aimc, Cidi, Mce, Proteo Fare Sapere, “nel comprendere il valore civile e democratico dei nuovi spazi educativi che si rendono possibili”, “intendono impegnarsi per sostenere l’impegno delle scuole autonome e dei diversi soggetti del territorio, non per un prolungamento dell’anno scolastico, né come anticipo del prossimo ma come opportunità di una fase-ponte che allarghi lo sguardo educativo a tutte le dimensioni umane, sociali e cognitive che ricreino vissuti di comunità aperti al futuro”.
In tal senso “non riparte solo l’Italia ma riparte la scuola come perno centrale per il futuro prossimo del Paese”.

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