Scuola: card. Bassetti, “la DaD ha messo in luce il divario tra Nord e Sud”, “non rassegnarsi a un’incolmabile disparità”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La DaD ha messo in luce il doloroso divario, non solo digitale, che attraversa l’Italia al Nord come al Sud e non permette a tutti i nostri ragazzi di fruire del diritto all’istruzione a parità di condizioni”.  È il monito del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che aprendo i lavori del Consiglio episcopale permanente ha messo l’accento sul fatto che “la pandemia sta incidendo pesantemente sui contesti educativi delle nuove generazioni”. “Accanto agli anziani – ha spiegato – sono soprattutto i più giovani a vedere modificata nel profondo la loro vita quotidiana: le attività scolastiche sono condizionate dalle restrizioni; le possibilità di attività sportive ed extrascolastiche sono ridotte al minimo; le nostre stesse attività pastorali ne stanno risentendo in modo significativo”. “Il ricorso alla cosiddetta didattica a distanza (DaD) è modalità tanto doverosa nel tentativo di contenimento dei contagi, quanto complessa dal punto di vista dell’applicazione”, l’analisi del presidente della Cei, che ha ricordato come “la scuola, luogo fisico e spazio della formazione completa, non si limita a dare nozioni, ma unisce, integra, include, accompagna”. “È urgente intervenire a sostegno di questi ragazzi, per non rassegnarsi a un’incolmabile disparità”, l’appello della Chiesa italiana: “da un lato, coloro che potranno poi contare su una rete familiare sollecita e sulla possibilità, anche economica, di recuperare eventuali lacune; dall’altro, i ‘sommersi’, tutti coloro che, lasciati soli, si perderanno nelle pieghe della dispersione”. A questo proposito, per Bassetti torna attuale l’insegnamento di don Lorenzo Milani: “Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali. Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati”. “In una situazione oggettivamente inedita e complicata, ci è chiesto di continuare a coltivare un rapporto educativo capace di relazione, prossimità, ascolto, attenzione, supporto, fiducia”, l’indicazione di rotta per questo tempo di pandemia: “È un atto di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni; è un atto cruciale di speranza”.

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