Diocesi: mons. Perego (Ferrara), “poniamo la Croce al centro della nostra vita per imparare la prossimità, il valore del dono, del sacrificio per un bene comune”

“Seguire Gesù non significa diventare giudici degli altri, ma significa accogliere con gli altri il suo perdono, imparare la giustizia, camminare nella carità. Abbracciare la Croce significa proprio questo: camminare secondo lo spirito delle beatitudini. E questo cammino aiuterà a leggere con occhi diversi gli errori, ma anche le sofferenze. In ogni situazione: anche in questo tempo di pandemia, dove abbiamo capito come la sofferenza e la morte accompagnano la vita, e non possono essere rimosse: occorre solo ritrovarne il senso”. Lo ha detto mons. GianCarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nella messa celebrata nel santuario del Crocifisso, in occasione dell’anniversario del ritrovamento del Crocifisso di S. Luca. “E il senso della sofferenza e della morte è nel comprendere la nostra umanità, il nostro limite che ritrova un futuro solo abbracciando la Croce di Cristo, le sue parole di fede e obbedienza al Padre. Anche noi siamo chiamati a ‘ritrovare’ la Croce, perché non sia mai rimossa dalla nostra vita, ma sempre al centro della nostra vita personale e comunitaria”, ha aggiunto.
“Ritrovare il Crocifisso significa ridire la nostra fede, anche oggi come ieri. E come quando fu ritrovato il Crocifisso la vita della Chiesa e della nostra città attraversava un tempo non facile per le violenze, le divisioni, le eresie, così anche la vita di oggi non è facile per le prepotenze, la tentazione di una fede individualista, gli egoismi. Il Crocifisso diventa un segno oggi come ieri che solo una fede carica di amore e di speranza rinnova la storia”, ha osservato il presule. In questo tempo quaresimale, l’invito, “ritroviamo anche noi la Croce e riponiamola al centro della nostra vita per imparare la prossimità, il valore del dono, del sacrificio per un bene comune. La Croce è forza di rinnovamento non solo personale, ma anche sociale, perché aiuta a rivedere i gesti e le parole della nostra vita, a contemplare il Signore, a costruire comunità, ad aiutare il prossimo e anche a ‘imparare a soffrire – come ci ha ricordato Papa Francesco nell’esortazione Evangelii Gaudium – in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità’”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia