Siria: padre Alsabagh (Aleppo), “dopo 10 anni di guerra la sofferenza è il nostro pane quotidiano”

foto SIR/Marco Calvarese

“Mancanza di cibo, di igiene e forniture mediche, mancanza di carburante e gas. L’elettricità è disponibile solo un’ora al giorno. La sofferenza è il nostro pane quotidiano in questi giorni invernali”. In una lettera da Aleppo, padre Ibrahim Alsabagh denuncia la situazione di povertà estrema della sua comunità e dei siriani in generale. Nel testo, pubblicato dalla rivista Terrasanta.net, il parroco francescano della città martire siriana ricorda che, nel decimo inverno dall’inizio della guerra, i siriani sopravvivono nelle peggiori condizioni. Ad aggravare la situazione è anche il Covid-19. “Che cosa significa soffrire per dieci anni a causa di questa crisi, che può durare ancora anni?”, si chiede il frate della Custodia di Terra Santa. “Disoccupazione, aumento dei prezzi e inflazione: il costo della vita aumenta e il reddito delle famiglie diminuisce – la risposta -. Non è per motivi banali che molte delle nostre donne sono cadute in depressione e soffrono di malattie cardiache. Molti padri si sono suicidati per la disperazione”. All’inizio della guerra, dieci anni fa, la popolazione della Siria era giovane, “un siriano su tre aveva meno di 14 anni. Bambini e ragazzi sono le prime vittime di questa crisi: i giovani cresciuti nel conflitto, sfollati a milioni, privati di un’istruzione degna; e i bambini che non hanno la possibilità di svilupparsi fisicamente o psicologicamente, che crescono in un clima di tristezza, insicurezza e mancanza di fiducia”. Non mancano nella lettera di padre Alsabagh temi di speranza che traggono ispirazione dalla figura di san Giuseppe, nell’anno a lui dedicato, e alla “cultura della cura” che rappresenta. “Seguendo le sue orme – scrive il parroco – i francescani cercano soluzioni che aiutino ad affrontare la realtà”. Ad aiutare anche la lettera apostolica Patris corde, che Papa Francesco ha scritto per l’anno dedicato al santo. “Come Chiesa qui in Siria, e specialmente ad Aleppo, sentiamo che Dio ci ha affidato il suo popolo. La Chiesa locale non smette di impegnarsi nell’aiuto materiale: latte e pannolini, medicine, materiale scolastico, doposcuola per i bambini; distribuzione di vestiti e gasolio per le famiglie; cura di malati e disabili; ripristino di case fatiscenti; microprogetti economici. Ma naturalmente c’è anche l’accompagnamento spirituale per i cristiani che hanno bisogno di sperare. Sappiamo che la nostra sofferenza non è eterna, ma non sappiamo quando finirà”. Per aiutare Aleppo: https://www.proterrasancta.org/it/come-sostenerci/.

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