Polonia-Ucraina: un monumento in onore del beato Kovch che salvò centinaia di ebrei. Papa Francesco, “percorse la strada che passa dal perdono alla riconciliazione”

“Il beato sacerdote e martire ha percorso fino in fondo la strada della vittoria. È la strada che passa dal perdono alla riconciliazione, e che conduce alla luce sfolgorante della Pasqua”. Con queste parole Papa Francesco ricorda il beato Omelyan Kovch, sacerdote greco-cattolico, sposato e con figli, che morì nel 1944 nel campo di concentramento di Majdanek, dopo essere stato arrestato nel 1943 dalla Gestapo perché aiutava gli ebrei. In un messaggio firmato dal cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, il Papa esorta a fare in modo che la memoria di padre Kovch “non deve andare perduta, perché essa è benedizione”, e costituisce segno di speranza “per i tempi odierni e per quelli che verranno”. Il messaggio è stato inviato – informa una nota della Chiesa greco-cattolica ucraina – in occasione dell’inaugurazione di un monumento per il beato Omelyan Kovch il 3 ottobre a Lublino, in Polonia, alla quale ha partecipato Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. Padre di sei figli, Kovch si dedicava molto all’assistenza di poveri e di orfani. La Gestapo lo arrestò nel 1943, dopo aver scoperto che questi aveva fornito agli ebrei più di 600 certificati di battesimo per salvare loro la vita. Morto nel campo di concentramento di Majdanek, è stato proclamato “Giusto di Ucraina” del Consiglio ebraico della Nazione. È proprio davanti al campo di concentramento dove morì, nella città di Lublino, che è stata inaugurata la statua in onore del beato. L’inaugurazione della statua è stata preceduta da una Divina Liturgia celebrata da Sua Beatitudine Sviatolsav Shevchuk che nell’omelia ha detto: “Il beato Kovch ha dimostrato che è possibile vincere l’odio solo con l’amore e vincere il disprezzo con il perdono e la misericordia”.

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