Scuola: Save the Children, “28% adolescenti dichiara che da inizio pandemia almeno un compagno di classe ha smesso di frequentare lezioni”

(Foto: ANSA/SIR)

“Il 28% degli studenti dichiara che almeno un loro compagno di classe dal lockdown di questa primavera ad oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni (tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi che non partecipano più alle lezioni)”. È uno dei dati che emerge dall’indagine “I giovani ai tempi del Coronavirus”, condotta da Ipsos per Save the Children su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni, che sono stati intervistati per comprendere le loro opinioni, stati d’animo e aspettative. Una voce, quella dei ragazzi e delle ragazze, sottolinea Save the Children, che mette in luce il vero impatto, spesso sottovalutato, della chiusura delle scuole e del loro funzionamento a singhiozzo. A partire dal fenomeno delle assenze prolungate che sono, di fatto l’anticamera della dispersione: dai dati raccolti, Save the Children stima che circa 34mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado potrebbero aggiungersi a fine anno ai dispersi della scuola. Mentre con l’ultimo decreto legge approvato stanotte dal Consiglio dei ministri è slittata all’11 gennaio la ripresa dell’attività didattica in presenza, per il 50% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, secondo gli adolescenti intervistati, tra le cause principali delle assenze dalla Dad, “vi è la difficoltà delle connessioni e la fatica a concentrarsi nel seguire la didattica dietro uno schermo. Difficoltà che sembrerebbero avere un duro impatto nella loro preparazione scolastica: più di uno studente su tre (35%) si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza e il 35% quest’anno deve recuperare più materie dell’anno scorso. Quasi quattro studenti su dieci dichiarano di avere avuto ripercussioni negative sulla capacità di studiare (37%). Gli adolescenti dicono di sentirsi stanchi (31%), incerti (17%), preoccupati (17%), irritabili (16%), ansiosi (15%), disorientati (14%), nervosi (14%), apatici (13%), scoraggiati (13%), in un caleidoscopio di sensazioni negative di cui parlano prevalentemente con la famiglia (59%) e gli amici (38%), ma che per più di 1 su 5 rimangono un pesante fardello da tenersi dentro, senza condividerlo con nessuno (22%)”.

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