Missioni: don Ferretto su Noticum, “in Kenya ho scoperto la ricchezza dei laici nella chiesa”. Don Manirambana racconta il massacro di Buta

Un'immagine di don Sandro Ferretto. Sotto, don Pasteur Manirambana (foto Noticum-Paolo Annechini)

È disponibile online, da oggi, il numero di gennaio di Noticum, mensile digitale della Fondazione Missio. In questo numero la copertina e il tema del mese sono dedicati “all’economia di Papa Francesco”, con una riflessione sulle giornate di Assisi del novembre scorso quando giovani da tutto il mondo hanno discusso via web un nuovo modo di fare economia inclusiva e di condivisione a partire dal magistero di Bergoglio. Prosegue su Noticum la riflessione di Beppe Magri sull’identità del laico fidei donum: protagonista o cenerentola della missione?
Una lettera inconsueta a Babbo Natale è lo specchio che usa Adriano Sella, educatore e missionario in Italia, per parlare dell’ossessione al consumo che esplode in periodi come il Natale.
“Teologia pubblica ecumenica” è il titolo della rubrica che Marco Dal Corso affronta quest’anno su Noticum. Riteniamo, dice Dal Corso, “che siano anche le interpellanze poste dalle comunità del sud del mondo che chiedono un nuovo e diverso modo di fare teologia”.
A seguire l’esperienza missionaria di don Sandro Ferretto, prete di Padova fidei donum in Kenya, rientrato e ora parroco. Don Ferretto afferma: “In Kenya ho scoperto la grande ricchezza dei laici nella chiesa. Con 26 comunità a Mochongoi i veri protagonisti della vita ecclesiale sono i laici. Loro conducono, celebrano la Parola, animano, amministrano: il prete tiene le fila, fa la formazione ai leader, è presente quando può con la messa”. A suo avviso, in Italia il catechista chiama il prete “anche per le preghiere dei fedeli, il sacrestano per come mettere i fiori in chiesa… In Italia c’è un clericalismo asfissiante” e “ha fortissime resistenze: da un lato il clero ha paura di perdere potere, dall’altro per i laici è comodo che il don pensi a tutto”.
Più avanti don Pasteur Manirambana, prete burundese, che lavora nella diocesi di Macerata, racconta (https://www.youtube.com/watch?v=ysghpcTUW4Y&feature=youtu.be) il massacro nel seminario di Buta in Burundi il 30 aprile 1997 nel quale persero la vita 40 seminaristi, diventati i martiri della fraternità: don Pasteur è vivo solo perché i guerriglieri non aprirono quella porta dietro la quale lui e altri seminaristi si erano rifugiati. Don Marco Testa, il direttore del Cum, affrontando il tema della pace, inizia una nuova rubrica sui temi della Fratelli tutti. Per leggere il numero di Noticum:
https://cloud.3dissue.com/189991/190438/222409/NotiCum1-21/index.html?r=47.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori