Regno Unito: chiese aperte in Inghilterra, chiuse in Scozia. Card. Nichols, “la pratica della fede è fonte di forza personale e dedizione agli altri”

“La pratica regolare della nostra fede in Dio è fonte di forza personale e dedizione agli altri che sono di importanza vitale in queste difficili circostanze. Sono felice che nessuna misura è stata introdotta per tagliare questa fonte di energia essenziale per il bene comune”. Con queste parole il primate cattolico di Inghilterra e Galles, card. Vincent Nichols, ha dato il benvenuto all’annuncio del premier Boris Johnson che chiese e luoghi di culto rimarranno aperti durante il terzo lockdown britannico cominciato oggi. A differenza della scorsa primavera e di novembre, quando i leader religiosi avevano dovuto insistere presso il governo perché permettesse le pratiche religiose pubbliche, questa volta i fedeli potranno partecipare alle messe. A chiudere i luoghi di culto è stato, invece, il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon. Il card. Nichols ha sottolineato anche come le chiese abbiano lavorato per distribuire cibo a chi è in difficoltà e ha detto che “in una parrocchia la distribuzione di pacchi alimentari è aumentata del 400% dallo scorso marzo”.
Anche il vescovo anglicano Sarah Mullally, che guida il gruppo di lavoro Covid della Chiesa d’Inghilterra, ha detto che “in questa situazione molto difficile la Chiesa offre conforto e sostegno spirituale” e ha aggiunto che “è possibile che alcuni preferiscano non partecipare alle funzioni e vi saranno anche parrocchie che preferiscono continuare con le funzioni digitali per il momento”.

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