Colombia: nei primi giorni dell’anno uccisi leader sociali ed ex guerriglieri firmatari accordi di pace. Mons. Monsalve (Cali), “si condanna il futuro alla vendetta”

Due leader sociali e due ex guerriglieri delle Farc, che avevano firmato gli accordi di pace, uccisi. È il tragico bilancio dei primi giorni dell’anno in Colombia, in piena continuità con quanto era accaduto nel 2020. Secondo l’ong Indepaz sono stati, infatti, 309 i leader sociali e difensori dei diritti umani assassinati nel 2020 (1.107 dalla firma degli accordi di pace del 2016), mentre 90 sono stati i massacri commessi lo scorso anno, per un totale di 375 vittime.
I primi due leader sociali e difensori dei diritti umani uccisi nel 2021 sono Gerardo León, assassinato a Puerto Gaitán, nel dipartimento del Meta, e Diego Betancourt Higuera, freddato a El Yopal, nel Casanare. Ancora più impressione ha suscitato l’uccisione di due ex guerriglieri delle Farc che avevano firmato gli accordi di pace e accettato il programma di reinserimento sociale: una donna, Yolanda Zabala Mazo, uccisa a Briceño (Antioquia), il giorno di Capodanno, e Duván Arled Galíndez, residente a Cali (Valle del Cauca) ma assassinato a centinaia di chilometri di distanza, a Cartagena del Chairá (Caquetá), in un ristorante, dove stava pranzando. In tutto, sono così saliti a 251 i firmatari dell’accordo di pace uccisi in poco più di 4 anni.
Il primo massacro dell’anno è invece avvenuto a Buenaventura (Valle del Cauca), con sei morti e un ferito.
“Continuano a uccidere i firmatari dell’accordo di pace. Condanniamo, con tutte le nostre voci e forza morale, tutti gli omicidi e atti simili. Inoltre, l’uccisione di chi si è sottomesso allo Stato e alla società significa condannare il futuro alla vendetta, all’indignazione e alla lotta armata”. Questo il commento, via Twitter, dell’arcivescovo di Cali, mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía.

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