Occupazione: in “eccezionale diminuzione” nel primo trimestre 2020. Giù del 6,9% rispetto al precedente, -6,9% su base annua. Tasso al 58,8%

Nel primo trimestre 2020 l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) subisce una eccezionale diminuzione sia sotto il profilo congiunturale (-6,9%) sia su base annua (-6,4%), come conseguenza della riduzione delle ore lavorate a seguito del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria a partire dall’ultima settimana di febbraio.
Lo certifica la “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” diffusa oggi da ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.
“L’andamento del quadro occupazionale – si legge – si è sviluppato in una fase di forte flessione dei livelli di attività economica, con il Pil che nell’ultimo trimestre segna una diminuzione congiunturale di -5,3%. L’occupazione risulta in lieve calo rispetto al trimestre precedente e in aumento su base annua; il tasso di occupazione destagionalizzato è pari al 58,8%, in calo di 0,2 punti in confronto al trimestre precedente”.
Dai dati diffusi, emerge che prosegue la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+0,6%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+0,5%). Un rallentamento della crescita si riscontra anche nei dati delle Comunicazioni obbligatorie (Co) (+330mila posizioni lavorative rispetto al primo trimestre del 2019) mentre i dati Inps-Uniemens segnalano un netto calo (-254 mila posizioni lavorative): questa differenza è dovuta, oltre che al diverso perimetro di osservazione, soprattutto al fatto che il dato Co è una media trimestrale mentre il dato Inps misura la situazione alla fine del trimestre (31 marzo) catturando quindi lo shock che è derivato dal lockdown iniziato il 9 marzo per tutta Italia.

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