Migranti: Oxfam, “dall’Italia 3 milioni in più alla Libia nel 2020 e 4.200 ‘rimpatri’ forzati (+1.400)”

L’Italia ha in programma di continuare ad aumentare gli stanziamenti alla Guardia costiera libica: “3 milioni in più nel 2020, per un totale di 58,28 milioni di euro diretti alle autorità libiche, che portano il costo sostenuto dai contribuenti italiani a sostegno dell’accordo Italia-Libia, siglato nel 2017, a 213 milioni di euro”. Tutto ciò, nonostante si continui a morire lungo la rotta del Mediterraneo centrale – con oltre 230 vittime dall’inizio dell’anno – e nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani. Mentre proseguono i “rimpatri” forzati verso i “lager” libici: la Guardia costiera libica solo quest’anno ha intercettato e riportato in un Paese in guerra oltre 4.200 migranti, quasi 1.400 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato e in occasione dell’inizio del dibattito sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero in Commissione Esteri alla Camera, che approderà presto in aula per il voto. Perciò Oxfam lancia un appello urgente “per un immediato congelamento degli stanziamenti in direzione di una revoca dell’accordo”. Al momento si contano oltre 2mila migranti bloccati nei centri di detenzione ufficiali libici e un numero imprecisato in quelli non ufficiali, controllati dalle diverse bande armate e fazioni in lotta, con oltre 400mila sfollati interni a causa della guerra civile. “Con oltre 480 contagi da Coronavirus registrati ufficialmente nel Paese – commenta Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –, e molti altri che potrebbero non essere stati rilevati, in questo momento a preoccupare sempre di più è proprio la situazione sanitaria nei centri di detenzione dove si vive ammassati, in condizione di vera disumanità. Un allarme rilanciato pochi giorni fa anche da Papa Francesco, a cui ci uniamo nel fare appello alla comunità internazionale, perché venga trovata il prima possibile una soluzione concreta per porre fine a violenze e abusi”.

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