Gioco d’azzardo: Libera Piemonte e Gruppo Abele, “no a modifica a legge regionale su gap. Aumentare l’offerta è molto rischioso”

“La Giunta regionale del Piemonte ha presentato un emendamento al ddl Omnibus, al momento in discussione in Consiglio regionale, per modificare la legge 9/2016. Una legge nata per contrastare il gioco d’azzardo patologico (gap, ndr) che, in pochi anni di applicazione, ha raggiunto importanti risultati. Abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà alla modifica dell’impianto normativo e oggi apprendiamo che la Giunta del Piemonte ha deciso di eliminare la retroattività della legge”. Lo si legge in una nota diffusa oggi da Libera Piemonte e Gruppo Abele, secondo cui, “se passasse il disegno della Giunta Cirio, in Piemonte riaprirebbero molti luoghi dediti al gioco, anche in zone considerate sensibili, aumentando nuovamente l’offerta. La legge 9/2016 imponeva agli esercizi pubblici e commerciali, ai circoli privati, a tutti i locali pubblici o aperti al pubblico, nonché alle sale da gioco e alle sale scommesse attive nei pressi di luoghi considerati sensibili (scuole, parrocchie, banche, centri anziani) presso cui, alla data del 19 maggio 2016, erano collocati apparecchi per il gioco, di disinstallarli. Un punto importante per difendere le fasce a rischio, individuando luoghi sensibili da tutelare”.
Questa proposta di modifica, rilevano le due associazioni, “viene presentata in un maxiprovvedimento, nonostante il Consiglio Regionale del Piemonte avesse promesso un confronto con tutte le realtà che da anni si occupano di gioco d’azzardo patologico e di sovraindebitamento da gioco. Le commissioni consiliari, tra cui quella antimafia, sarebbero dovute essere il luogo dove intavolare una discussione e confrontarsi, ma questo non è mai avvenuto, nonostante le promesse formali di essere auditi”.
La Giunta indica come motivazione all’emendamento la salvaguardia dei posti di lavoro del comparto gioco: Libera Piemonte e Gruppo Abele sono “assolutamente convinti che tutti i lavoratori vadano accompagnati e sostenuti, ma certo non attraverso un sistema che privilegia il dato economico ai rischi sociali”. Di qui la “contrarietà alla modifica dell’effetto retroattivo della legge, perché di fatto avrà come conseguenza diretta la riaccensione di moltissimi apparecchi”.
E concludono: “In momento di crisi come questo, il rischio che i piemontesi cerchino nel gioco una falsa speranza per risolvere problematiche economiche è altissimo e pensare di aumentare l’offerta sgretola un argine solido della legge 9/2016 che, non dimentichiamo, ha avuto il merito di contrastare il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento al riciclaggio delle mafie nel settore”.

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