Agroalimentare: Istat, nel 2018 in crescita i prodotti italiani di qualità riconosciuti dall’Ue. Dop, Igp e Stg salite a 299, +1,4% rispetto al 2017

I prodotti Dop, Igp e Stg rappresentano l’eccellenza del settore agroalimentare italiano e un fattore di forte competitività per le realtà produttive agricole. La valenza di questo comparto è sottolineata dal primato del Paese per numero di riconoscimenti conferiti dall’Unione europea. Lo ricorda oggi l’Istat diffondendo il report “Prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg” per l’anno 2018.
“Nel 2018 – spiega l’Istat – si arriva al numero di 299, quattro riconoscimenti in più sull’anno precedente, con l’ingresso della Pitina Igp (in Friuli-Venezia Giulia) e della Lucanica di Picerno Igp (in Basilicata) nel settore della preparazione di carni, del Marrone di Serino/Castagna di Serino Igp (in Campania) negli ortofrutticoli e cereali, e del Cioccolato di Modica Igp (in Sicilia) nei prodotti di panetteria”.
A livello territoriale negli ultimi due anni il numero dei produttori aumenta soprattutto nelle regioni del Nord-ovest (+11,3%) e del Mezzogiorno (+9%), in particolare in Sicilia e Sardegna (+9,8%). Il Nord-est segna un aumento del 2,3%.
Nel 2018, come per l’anno precedente, i produttori si localizzano prevalentemente, oltre che nel Nord (39,1%), anche nelle aree del Mezzogiorno (38,9%, con un incremento di quasi due punti percentuali rispetto al 2017) e, soprattutto, nelle Isole (27,2%); segue il Nord-est (25,4%). Nel Mezzogiorno continua ad essere rilevante anche l’attività legata alla zootecnia che copre una quota del 45,7% (nel Nord 42,6%).
Stando ai dati diffusi, il numero di operatori certificati nel settore agroalimentare di qualità (in totale 88.490) cresce del 3,4% tra il 2017 e il 2018. In aumento i produttori (+4,4%), in particolare quelli attivi nella preparazione di carni (+53,2%), grazie anche al traino di 5 prodotti: il prosciutto di Norcia in Umbria e capocollo, pancetta, salsiccia e soppressa provenienti dalla Calabria. I trasformatori si riducono dell’1,2%, passando da 8.050 a 7.956. Prosegue il calo della presenza femminile fra i produttori (14,5% nel 2018 contro 16,2% dell’anno precedente) e i trasformatori (12,6% contro 13,8%). È nel settore degli oli extravergine di oliva che la presenza femminile continua a essere più elevata riscontrabile, caratterizzando il 31,6% dei produttori e il 19,7% dei trasformatori.
A partire dal 2007 il settore agroalimentare dei prodotti di qualità ha registrato una continua crescita, soprattutto delle superfici agricole utilizzate e, tranne la leggera flessione nel 2008, anche dei trasformatori. Rimane sostanzialmente invariato il numero dei produttori mentre, tra il 2011 e il 2017, si riducono gli allevamenti che soltanto nel 2018 tornano a riallinearsi sui livelli del 2007.

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