Coronavirus Covid-19: sospese messe in Venezuela, Ecuador e Uruguay, forti restrizioni in tutto il Sudamerica

Frontiere e scuole chiuse in gran parte dei Paesi sudamericani, di fronte al diffondersi nel continente, anche se su livelli al momento molto inferiori rispetto all’Europa, del coronavirus. Al momento i casi accertati in tutta l’America Latina sono oltre 760, con sei decessi (due in Argentina ed Ecuador, uno in Guyana e in Guatemala). Il Paese con più contagi è il Brasile (201), seguito da Cile (75), Perù (71), Panama (55), Messico (53), Colombia (45).
In Sudamerica sono ormai diverse le Conferenze episcopali che hanno sospeso la celebrazione pubblica delle messe domenicali. L’ultimo episcopato in ordine di tempo è il Venezuela, dove i casi di contagio sono saliti a 17 e il presidente Nicolas Maduro ha disposto la quarantena per sette Stati, tutti nella zona centrale del Paese, attorno alla capitale Caracas. La Conferenza episcopale ha infatti sospeso le messe domenicali, le processioni della Settimana Santa e gli incontri che prevedono assembramenti di persone.
La Conferenza episcopale dell’Ecuador (Cee) ha disposto sabato la sospensione delle messe domenicali nelle parrocchie, nei santuari e nelle piccole cappelle. La decisione è legata ai provvedimenti di prevenzione suggerite dai medici e allo stato d’emergenza disposto dal Governo in relazione al diffondersi nel Paese di contagi di coronavirus.
Nella nota del Consiglio di presidenza, la Cee dispone anche la sospensione di “incontri che prevedono la presenza di numerose persone, come ritiri, assemblee, congressi, convegni” e la sospensione delle processioni della Domenica delle Palme e del Venerdì Santo. Viene chiesto, inoltre, a ciascun vescovo di dispensare i fedeli dal precetto festivo. Inoltre, i vescovi chiedono che le principali celebrazioni domenicali e della Settimana Santa vengano trasmesse dai media e dai social. È consentita l’esposizione del Santissimo.
Anche la Conferenza episcopale uruguaiana (Ceu) ha disposto la sospensione delle messe per due settimane. Situazione più flessibile in altri Paesi, dove comunque i fedeli anziani o con sintomi di raffreddore e mal di gola sono dispensati dall’obbligo precetto domenicale. In Perù, per esempio, le messe sono state celebrate avendo l’avvertenza che non fossero presenti grandi numeri di fedeli, ma l’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, egli stesso in isolamento per il recente viaggio in Italia, in un articolato messaggio ha dispensato i fedeli dal precetto domenicale. Anche questi cambiamenti secondo l’arcivescovo, “possono cominciare a far rinascere la nostra fede, facendo in modo che la nostra celebrazione di questa Pasqua susciti vita, custodendo la vita della gente”.

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