Migranti: Mediterranea Saving Humans, “Malta, Italia e Ue diano chiarimenti sugli ultimi respingimenti in Libia”

Una lettera a firma della presidente di Mediterranea Saving Humans, Alessandra Sciurba, è stata inviata alle autorità maltesi, ai responsabili della guardia costiera maltese, ai responsabili dell’agenzia Frontex e al presidente del Parlamento europeo, per chiedere chiarimenti sugli ultimi respingimenti di imbarcazioni con a bordo migranti verso la Libia: “Configurerebbero, se confermati, gravissime violazioni del diritto internazionale dei diritti umani nei suoi principi fondamentali”. “Con il migliorare delle condizioni meteo marine – si legge nella lettera – sono riprese le partenze di chi fugge dalla Libia, donne, uomini e soprattutto bambini che, come ben sapete, non hanno altra alternativa, pena la morte e le torture. L’organizzazione della società civile Watch the Med – Alarm Phone dà notizie in questi giorni di natanti in difficoltà e, come purtroppo spesso accade, di episodi di ingiustificabili ritardi nei soccorsi ad opera dei mezzi preposti alla sicurezza e al salvataggio nella zona Sar di loro competenza, come da Convenzione di Amburgo”. Mediterranea è preoccupata, in particolare, del respingimento, tra sabato 14 e domenica 15 marzo, “di 49 profughi di guerra – tali infatti sono le persone che fuggono in questo momento dalla Libia, in aperta violazione della Convenzione di Ginevra sullo status di rifugiato del 1951 che vieta ogni forma di refoulement, ovvero di respingimento verso luoghi ove si rischia la morte o trattamenti inumani e degradanti”. “La Convenzione di Amburgo, da voi sottoscritta – sottolinea Sciurba -, impone anche in questo senso di assicurare un Place of safety alle persone soccorse in mare. Al loro arrivo in Libia, secondo le testimonianze dirette raccolte e registrate da Alarm Phone, queste persone sono state vittime di metodi brutali, di violenze e abusi, che si erano verificati anche durante la cattura in mare”. “Il dramma collettivo, che viviamo in questi giorni – conclude -, ancora di più dovrebbe ricordarci che non si può disprezzare la vita umana e i diritti che ad essa sono legati. I drammi ‘altrui’, in questo caso, sono quelli di uomini, donne e bambini che fuggono dalle detenzioni e dalle torture in Libia, che muoiono a migliaia in mare, che chiedono solo di poter sopravvivere”.

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