Coronavirus Covid-19: vescovi Venezuela, “rispettare la quarantena sociale”. Sospese le celebrazioni, invito ad usare i social

È emergenza sanitaria anche in Venezuela a causa della diffusione del coronavirus. In 7 Stati – Zulia, Táchira, Apure, Cojedes, Miranda, La Guaira e la regione della capitale Caracas – il governo ha imposto misure di “quarantena sociale” chiedendo a tutte le persone di restare a casa e sospendere scuole, attività e celebrazioni liturgiche. In una lettera diffusa oggi e firmata da mons. José Luis Azuaje Ayala, arcivescovo di Maracaibo e presidente de la Conferenza episcopale del Venezuela, e dai vicepresidenti e segretario generale, si raccomanda a tutti i fedeli di “attenersi alle linee guida emanate, per il bene comune e la difesa della salute di tutti senza eccezioni”. Vista la gravità della situazione la Conferenza episcopale venezuelana sta decidendo di rimandare tutte  “le attività formative e catechistiche, le processioni, le feste, i pellegrinaggi e gli atti religiosi” e “sospendere tutti gli atti liturgici, compresa la celebrazione eucaristica fino a nuovo avviso”. Ogni vescovo nella propria diocesi “prenderà le disposizioni del caso e fornirà le linee guide che ritiene appropriate”. “La Chiesa in Venezuela – ribadiscono i vescovi –, serva del popolo cui appartiene, è disposta a cooperare con le autorità sanitarie su tutto ciò che è possibile e a beneficio di tutti”. Invitano perciò le istituzioni umanitarie come la Caritas e le parrocchie che svolgono azione sociale attraverso la distribuzione di cibo e farmaci di “pensare al modo migliore per fornire il servizio senza assembramenti di persone”. “È un momento difficile e una prova che dobbiamo vincere”, affermano, invitando “tutti i fratelli della nostra nazione ad avvicinarsi a Dio”. Vescovi e sacerdoti sono incoraggiati ad usare i social media per “azioni di evangelizzazione e momenti di preghiera”. Chiedono inoltre alle autorità di garantire la “necessaria protezione, il rispetto e l’accesso per tutti alle risorse necessarie per una sana convivenza (cibo, acqua, energia elettrica, assistenza medica, ecc.)”. “Purtroppo – osservano – ci sono persone senza scrupoli che, sfruttando l’emergenza del momento, stanno speculando, provocando impennate irrazionali sui prezzi di alcune forniture necessarie. Questo è un grave difetto che va rifiutato da tutti. Chi agisce in questo modo non ha paura di Dio”. I vescovi indicono infine, per il 19 marzo, una giornata di preghiera per “chiedere la liberazione da questo flagello”.

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