Coronavirus Covid-19: mons. Cacucci (Bari), “è atto di carità verso i deboli rimanere a casa”

“Il numero quaranta racchiude in sé tappe significative della storia della salvezza, che possono illuminarci in questi giorni dolorosi che stiamo vivendo a motivo del coronavirus”. Lo dice l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco Cacucci, in un videomessaggio alla comunità diocesana per “la Quaresima in quarantena”, che “stiamo vivendo quest’anno”. La Quaresima “può insegnarci – ricorda Cacucci – ad attraversare il difficile deserto di questi giorni, perché con Gesù capofila, sappiamo superare ogni tentazione di scoraggiamento e camminare verso la luce pasquale. È questa la medicina spirituale che la Chiesa ha sperimentato da secoli e che anche in questi giorni di prova ci ripropone: l’ascolto della Parola e la preghiera, il digiuno, la carità”. Questa Quaresima “è per noi il tempo di riscoprire che ‘preghiera’ non è solo messa, ma che, proprio perché la celebrazione eucaristica sia feconda, è necessario nutrirsi della lettura e della meditazione della Sacra Scrittura”. Sul fronte del digiuno, “questa ‘quarantena’ quaresimale ci offre l’opportunità di riscoprire le cose veramente essenziali”. Esortando alla carità, Cacucci chiede di scoprire “rivoli di carità sempre nuovi. È atto di carità verso i più deboli e i più esposti essere obbedienti alle disposizioni, rimanendo a casa”. Così, “pur provati nel deserto quaresimale di questi giorni, giungeremo a celebrare più lietamente la Pasqua di Risurrezione”.

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