Coronavirus Covid-19: Colombo (Università Cattolica), “riscoprire la forza della scienza e annunciare la forza della fede”

“La fede mette le ali della speranza buona alla scienza” e la scienza “consente alla fede di camminare sulla terra senza inciampare negli scogli, cadere e farci del male nelle difficoltà di ogni giorno”. Lo scrive Roberto Colombo, docente alla Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membro della Pontificia Accademia per la vita, in un articolo pubblicato sull’homepage del sito “Chi ci separerà?” promosso della Cei. Di fronte all’incalzare dell’epidemia di Covid-19, “la tentazione di rompere il filo della ragione e del realismo che unisce la scienza e la fede si fa più incalzante – annota lo studioso –. Ed è qui che occorre riscoprire la forza della scienza e annunciare la forza della fede. Queste due forze asimmetriche hanno il loro centro di gravità in Dio”. Per questo, “non si escludono e non si oppongono”, ma si “pongono insieme” al servizio “dell’uomo e della società, della vita ecclesiale e di quella politica, dei credenti e dei non credenti”. La frattura dell’unità di scienza e fede porta ad isolare la scienza dalla fede e la fede dalla scienza, e talvolta anche ad elidere una o l’altra”. Nel primo caso, l’analisi di Colombo, anche il credente arriva a riporre la fiducia e la speranza di una via d’uscita “esclusivamente nelle capacità scientifiche, cliniche, tecnologiche e organizzative”. Nel secondo, in nome di una pretesa “purezza” e “durezza” della fede, “ci si rifugia esclusivamente nella preghiera e si invoca la Provvidenza incuranti della necessità di offrire noi ad essa le opportunità di manifestarsi”, come se “tutto dipendesse solo da un Altro, che fa tutto da solo e non ci chiama a collaborare con Lui per contrastare efficacemente questo male”. Così “le misure di contenimento proporzionate al rischio incombente, proposte da chi ne ha titolo ecclesiale”, appaiono “inaccettabili o meramente asservite alle richieste dell’autorità civile”. Invece, conclude Colombo, “domandando a Dio che allontani la malattia da noi e da tutto il popolo mentre, al contempo, ci diamo da fare per evitare il nostro contagio e quello degli altri, offriamo al Signore l’occasione di fare un miracolo”; al di là delle nostre forze e di quella della scienza, “ma non senza metterle a sua disposizione, perché è Lui che ci ha donato questi talenti perché li facciamo fruttificare”.

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