Cristiani perseguitati: Porte Aperte, “i governi dovrebbero facilitare la concessione di finanziamenti alle chiese locali”

“I governi dovrebbero facilitare la concessione di fondi a operatori cristiani locali e semplificare il processo di applicazione; invitare queste associazioni a riunioni di coordinamento umanitario in modo che possano condividere preziose conoscenze locali”. Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel Rapporto di Porte Aperte/Open Doors, l’organizzazione non-profit che sostiene i cristiani perseguitati in più di 60 Paesi, per la quale “le risorse di enti di beneficenza religiosi hanno un impatto significativo sugli sforzi internazionali di soccorso e di sviluppo”. Il rapporto, intitolato “The Faith Factor” (Il Fattore Fede) invita “i governi ad aumentare i loro finanziamenti alle chiese in loco, le quali dimostrano di affrontare le esigenze delle comunità in cui sono inserite con maggiore efficacia in situazioni post-conflitto, grazie alle loro ampie reti comunitarie”. Le Ong internazionali, secondo Porte Aperte, “dovrebbero diventare intermediarie tra i governi e le associazioni cristiane locali; investire tempo nell’aiutare quegli operatori con competenze quali la rendicontazione finanziaria e il monitoraggio dei programmi”. Gli stessi operatori locali, avverte il rapporto, “dovrebbero crescere lentamente, non accettando grossi fondi quando non hanno ancora la capacità di amministrare programmi più grandi; assumere personale qualificato; rimanere a livello locale e collaborare con altre piccole organizzazioni come veicolo di crescita”. Nello specifico il rapporto “Il Fattore Fede” esamina due organizzazioni che lavorano nell’Iraq post-conflitto, “mostrando come le chiese locali siano partner altamente efficaci nella ricostruzione della società”. Entrambe le organizzazioni, infatti, “operano come braccio caritatevole delle chiese locali”. Si tratta del “New Hope Trauma Centre” che ha sede ad Alqosh, nella zona della pianura di Ninive, nel nord dell’Iraq, e che aiuta le persone a guarire le cicatrici psicologiche dopo anni di conflitti. L’altro ente è l’“Humanitarian Nineveh Relief Organisation” (Hnro), una clinica che è stata allestita per aiutare coloro che fuggono dalle regioni controllate dall’Isis nel nord dell’Iraq. Secondo l’autrice del Rapporto, Kathryn Kraft, le due organizzazioni “sono basate sulla fede cristiana e nate dalla chiesa locale; hanno una certa varietà di fonti di finanziamento, dei forti sistemi amministrativi e di gestione, capaci di gestire sovvenzioni istituzionali e hanno forti legami con le loro comunità locali”. Queste associazioni “sono ottimi partner nelle crisi umanitarie. In tempi di crisi, i leader cristiani locali godono spesso di maggior fiducia dei politici o delle organizzazioni esterne; la loro fede può infondere nel personale una passione per servire i più vulnerabili; e la loro reputazione locale e il loro impegno a favore del prossimo possono dare credibilità a un’organizzazione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori