Covid-19 e ospedali: Colombo (Ist. Auxologico), “sfida è garantire continuità di cura anche agli altri pazienti, in particolare i più fragili e complessi”

“Anche nell’emergenza Coronavirus garantire continuità di cura a tutti gli altri pazienti, in particolare a quelli più fragili e complessi”. È la parola d’ordine dell’Istituto Auxologico italiano Irccs, di nuovo in prima linea contro il Covid e impegnato al tempo stesso nel garantire servizi sanitari e assistenziali di qualità. Lo assicura in un’intervista al Sir Mario Colombo, direttore generale dell’Istituto, che conta quindici sedi in Lombardia e Piemonte, oltre 1,8 milioni di prestazioni sanitarie offerte nel 2019, uno staff di 2.500 unità. Mentre in tutta Italia gli ospedali sono sotto stress e molti vicini a superare il livello di guardia delle loro capacità, “la Regione Lombardia ha sospeso l’attività ambulatoriale nelle Ats di Monza e Brianza e di Varese, dove la pressione dei malati sugli ospedali è fortissima, ma nel resto della regione questa attività prosegue, pur con alcune riduzioni”, spiega Colombo.
La grande sfida, dice, è mantenere attivi, “in sicurezza e con grande impegno di tutti”, i servizi ambulatoriali per “garantire l’erogazione di prestazioni urgenti, di diagnosi e controllo oncologico, ma anche continuare nelle attività di prevenzione erogando prestazioni magari prenotate mesi prima: il tutto rispettando i protocolli di sicurezza”. “La nostra realtà, tra le principali dell’area metropolitana milanese per erogazione di prestazioni ambulatoriali, nella prima fase dell’emergenza ne ha rinviato circa 80mila. Siamo dunque alle prese con queste prestazioni, prenotate anche 6-8 mesi fa, e con quelle nuove. Un grande sforzo a favore dei pazienti più fragili e complessi”.
Oltre ai malati oncologici, devono infatti “proseguire i percorsi di riabilitazione e mantenimento le persone soggette a disturbi del comportamento alimentare, né possono essere abbandonati gli scompensati cardiaci cronici”. Ma prosegue anche l’attività di ricerca “perché solamente con le conoscenze che ci arriveranno dalla ricerca potremmo affrontare meglio il Covid e le complicazioni mediche che purtroppo ci lascerà in eredità”.

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