Uruguay: card. Sturla al Sir su morte dell’ex presidente “Pepe” Mujica, “pensiamo si sarà già incontrato con il Dio che cercò e non incontrò sulla terra, ma che seppe rispettare”

“Preghiamo per la sua anima, raccogliamo il meglio della sua eredità per il Paese e per il mondo e lo ringraziamo per la sua vita austera. Pensiamo che oggi già si sarà incontrato con quel Dio che cercò e non incontrò nella terra, ma che seppe rispettare”. L’arcivescovo di Montevideo, il card. Daniel Sturla, saluta così, interpellato dal Sir, José “Pepe” Mujica, ex presidente dell’Uruguay e, probabilmente, il personaggio del Paese sudamericano più conosciuto al mondo. Mujica si è spento ieri, a Montevideo, all’età di 89 anni, dopo una malattia che non aveva mai nascosto. Oggi, per le strade della capitale, il corteo funebre e l’allestimento della camera ardente, mentre arrivano messaggi di cordoglio da tutto il mondo. Il presidente dell’Uruguay, Yamandú Orsi, ha ringraziato l’ex presidente “per tutto quello che ci ha dato e per il suo profondo amore per il suo popolo”.
Il card. Sturla traccia un breve profilo dell’ex presidente, e aggiunge alcuni ricordi personali: “Un uomo che è passato dall’essere guerrigliero, negli anni Sessanta, a detenuto politico per 12 anni, tra il 1973 e il 1985, e si, è quindi, integrato nella vita politica del Paese come legislatore, ministro, per cinque anni come presidente della Repubblica eletto dal popolo. È diventato anche un personaggio pubblico internazionale, per le sue parole, che sono state raccolte da molti, una sorta di filosofia di vita che ha attirato molte persone in Uruguay e in diverse parti del mondo”. Ricorda il porporato: “L’ultimo anno di Mujica come presidente è stato il mio primo anno come arcivescovo. Così, dopo aver ricevuto la nomina da parte di Papa Francesco, sono andato a parlargli, gli ho chiesto udienza e gli ho chiesto se voleva accompagnarmi alla messa di insediamento come arcivescovo, e lui ha detto di sì. E in effetti è stata una cosa che in Uruguay è molto strana, molto rara, perché si tratta di un Paese laico, non gradisce molto che un presidente partecipi ad attività religiose, soprattutto se della Chiesa cattolica. Ma Pepe Mujica era presente. E poi, in quell’anno, altre due volte è venuto in cattedrale, e una volta mi ha invitato, in occasione della Giornata mondiale del volontariato, a fare un tour con lui, in diversi luoghi dove i giovani facevano volontariato”.
“In seguito, sono andato a trovarlo una volta alla famosa fattoria Rincón del Cerro e in qualche altra occasione l’ho visto e salutato”, prosegue il porporato: “Diceva di non avere fede, e in alcune espressioni sembrava magari un po’ panteista, ma allo stesso tempo aveva, e lo esprimeva spesso, un grande rispetto per la Chiesa cattolica e la considerava uno dei fattori fondamentali della nostra America Latina. Non si può negare che, durante il suo mandato, sono state approvate alcune leggi contrarie al sentire cattolico, come la legalizzazione dell’aborto e il matrimonio egualitario, così come la molto controversa legalizzazione della marijuana. Il presidente Mujica era ovviamente, come tutte le persone, un uomo con molte contraddizioni, ma ha contribuito alla pacificazione del Paese e, dopo la dura esperienza della dittatura, si è trasformato in una persona che si è inserita nella vita democratica”.

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