Si restringe lo spazio per le Ong che sostengono donne e ragazze in Europa sia per le misure di austerità che hanno portato a tagli ai finanziamenti, sia per un contesto più ampio di regressione dei diritti delle donne. A segnalarlo è il rapporto del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica (Grevio) pubblicato ieri. L’altro elemento preoccupante che emerge è che “le donne che difendono i diritti delle donne sono sempre più esposte a violenza, minacce e discorsi d’odio di genere”. Il report si basa sui rapporti nazionali da cui emerge, in alcuni Paesi, “un clima di crescente ostilità” che incoraggia discorsi che “negano l’esistenza della violenza contro le donne e mettono in discussione la necessità di politiche per la parità di genere”. A ciò si aggiunge “la mancanza di una vera cooperazione tra le autorità e le organizzazioni che lavorano per i diritti delle donne”. Il Grevio è preoccupato anche per l’aumento dei casi di violenza online e di incitamento all’odio sessista nei confronti di giornaliste e donne politiche, nonché per un forte aumento della violenza contro le donne commessa online. Nel mirino, in particolare, difensori dei diritti delle donne, che si vuole intimidire e ridurre al silenzio: sarebbe il 75% dei difensori dei diritti umani o delle loro organizzazioni ad aver subito molestie o minacce (dati 2023), con un aumento del 15% rispetto al 2021. Se sono aumentati i finanziamenti per i centri di accoglienza per le vittime di violenza domestica e molti Paesi hanno istituito servizi nuovi, la sostenibilità a lungo termine dei servizi è un problema. Inoltre negli affidamenti dei servizi attraverso le gare d’appalto sono spesso favoriti fornitori non specializzati, a discapito delle Ong che hanno una vasta esperienza ma minori possibilità di competere.