Giornata Memoria e Accoglienza: il 3 ottobre a Lampedusa anche l’Unione internazionale delle Superiore generali. Appello con 10 raccomandazioni

(Foto Uisg)

L’Unione internazionale delle Superiore generali (Uisg), a nome delle oltre 600.000 suore in tutto il mondo, si unisce al ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione che si celebra il 3 ottobre. Il 2 e 3 ottobre l’Uisg sarà presente a Lampedusa con Suor Charity Katongo Nkandu, Francescana missionaria di Assisi, e in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza lancia un appello per un’alleanza tra suore e società civile per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori. Suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale migranti e rifugiati della Uisg: “Non possiamo voltare le spalle a chi mette a rischio la propria vita per cercare speranza e dignità. Oggi è più che mai urgente la necessità di un approccio integrale, integrativo e inclusivo allo sviluppo, che colleghi l’esperienza locale alla presa di decisioni globali in maniera coerente e responsabile”. L’appello è accompagnato da un “policy brief” con dieci raccomandazioni destinate ai governi nazionali e agli organi intergovernativi, alle organizzazioni dello sviluppo internazionale e della società civile e a tutte le persone di buona volontà impegnate per costruire un mondo più giusto e sostenibile. Tra le raccomandazioni, c’è l’invito a “sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l’Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante” e a favorire “un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco”. Le suore chiedono anche a ong e opinione pubblica di “fare pressione sui governi dell’Unione Europea affinché istituiscano leggi che riflettano i valori etici e la visione umanitaria dell’Ue, consentendo accesso equo, paritario e legale a tutti i migranti, indipendentemente dal motivo dell’immigrazione”.

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