Nuovi cardinali: mons. Rossi (Córdoba) al Sir, “la vicinanza al Papa mi aiuti a contribuire al discernimento nella Chiesa”

(Foto SIR)

“Grazie a Dio conosco il Papa Francesco fin da quando iniziai il noviziato, e lui era padre provinciale. È stato lui ad ammettermi al cammino come gesuita, poi è stato rettore del nostro Seminario. Anni dopo abbiamo collaborato nel lavoro pastorale nei quartieri di Buenos Aires e in particolare nella chiesa di Salvador”. C’è anche un confratello gesuita, connazionale e amico di lunga data di Papa Francesco, tra i cardinali che ricevono la porpora nel Concistoro del 30 settembre: si tratta dell’arcivescovo di Córdoba, Ángel Sixto Rossi, che conferma al Sir: “Effettivamente lo conosco molto bene e speriamo che questo vincolo di vicinanza sia d’aiuto alla mia piccolezza per dare una piccola mano al discernimento, per collaborare con il Santo Padre nella sua conduzione della Chiesa”.
La conoscenza del Papa, però, non ha impedito lo stupore all’apprendere che il suo nome era tra quelli dei nuovi cardinali. “È stata davvero una grande sorpresa – prosegue mons. Rossi -. Quella domenica stavo per celebrare la messa, alle otto del mattino, quando un fedele mi si è avvicinato, per dirmi che il Papa mi aveva nominato cardinale. Dev’esserci certamente un errore, ho detto subito. Ma poco dopo, per televisione, ho ascoltato la notizia. Per me è stata una cosa scioccante, sono rimasto come paralizzato”.
Ora, dopo la cerimonia di sabato prossimo, l’arcivescovo si appresta a prestare un servizio di collaborazione rispetto alla conduzione della Chiesa da parte del Santo Padre: “Credo che la collaborazione possa essere soprattutto nella linea del discernimento e della pastorale, in quello che è il rapporto diretto con il Popolo di Dio. Sono gli ambiti nei quali mi sento più sicuro”. Mons. Rossi è fortemente colpito da alcuni aspetti del magistero di Francesco: “Mi pare che il tema centrale sia quello della misericordia, di una Chiesa che non esclude, che accoglie tutti, che non rimane a guardare se stessa, ma esce verso le periferie. E poi la preoccupazione, il tentativo di smantellare l’immagine di una Chiesa principesca, una specie di corte, per contribuire a una Chiesa che sia servitrice, che operi a partire dal basso, dalla lavanda dei piedi. Ancora, mi colpisce il fatto che Francesco ci chieda di essere facilitatori della grazia, di non mettere a livello morale impedimenti, ma piuttosto di facilitare l’incontro con la misericordia di Dio, l’incontro personale con Dio, Infine, un altro aspetto è quello della cura per la casa comune, la custodia del pianeta. Un messaggio che il Papa non lancia solo alla Chiesa, ma a tutto il mondo. Di grande importanza è anche il dialogo interreligioso, il Papa ci dà testimonianza perché noi possiamo lavorare tra credenti per trovare punti comuni”.
Questo Concistoro è connotato dalla creazione di tre nuovi cardinali argentini (oltre a mons. Rossi, il nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, mons. Víctor Manuel Fernández, e il 96enne padre Luis Pascual Dri). “Più che un riconoscimento – afferma l’arcivescovo -, mi pare che il Papa scelga di avvalersi di persone che sono di questa terra, perché lo possiamo aiutare, essere ‘altri occhi’ per affrontare problemi, che pure non sono solo propri dell’America Latina. Non interpreto queste nomine come un riconoscimento, semmai come una richiesta di aiuto”. Infine, il nuovo cardinale rivolge un appello al popolo argentino: “Vorrei ringraziare tutto il popolo di Dio, il gregge semplice della nostra gente, che sostiene la fede, la speranza, l’apostolato. A tutti chiedo di ascoltare di più Papa Francesco, di ascoltare le sue intuizioni, che certamente sono evangeliche”.

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