Diocesi: Città di Castello, il vescovo Paolucci Bedini in dialogo con i fedeli per “guardare insieme al futuro della Chiesa”

Un’iniziativa che – nelle prossime settimane – coinvolgerà tutto il territorio della diocesi di Città di Castello. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha iniziato nei giorni scorsi una serie di assemblee con sacerdoti, diaconi e fedeli nelle varie unità pastorali del territorio diocesano. Si tratta di serate dedicate in particolare al dialogo con i parrocchiani per mettersi in ascolto dei bisogni e delle necessità di ciascuna realtà pastorale e per ragionare sulle prospettive di riorganizzazione delle stesse comunità parrocchiali sul territorio. Non si tratta di una visita pastorale, nel senso “canonico” del termine, ma di occasioni in stile sinodale per coinvolgere ciascuno nelle riflessioni che lo stesso Consiglio presbiterale tifernate ha ritenuto importanti da fare proprio con i fedeli. Nelle comunità parrocchiali e nelle unità pastorali della diocesi di Città di Castello, ha spiegato il vescovo, fin “dai primi incontri dei giorni scorsi, c’è bisogno che tutti si sentano corresponsabili della vita della Chiesa ed è necessario ritrovare lo spirito missionario e di nuova evangelizzazione che caratterizzava l’esperienza dei primi apostoli e dei primi seguaci del cristianesimo”. “Lo stile che ci siamo voluti dare – ha concluso mons. Paolucci Bedini – è quello legato al Cammino sinodale che ormai da due anni stiamo percorrendo come Chiesa italiana e diocesana, alla luce della Parola di Dio e in un clima di preghiera, per cui all’inizio c’è sempre una invocazione allo Spirito Santo. Tutti i fedeli – dal vescovo, ai sacerdoti e diaconi, a tutti i fedeli laici battezzati – si confrontano in un dialogo franco, fraterno e sincero sulle questioni che riguardano la vita della Chiesa. Non è un caso che, dopo l’invocazione dello Spirito Santo, io faccia una introduzione legata al testo degli Atti degli apostoli che racconta l’esperienza della prima Chiesa. Poi insieme si dialoga, a partire dalle sensibilità, dalle storie e anche dalle considerazioni che vengono dalle persone che vivono sul territorio”.

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