Card. Zuppi: mons. Bettazzi, “non ha mai smesso di sognare”

“È stato un vescovo del Concilio Vaticano II. Non è mai entrato, né prima né dopo, nella folta schiera dei profeti di sventura, coloro che ‘non senza offesa’ al successore di Pietro preferivano e preferiscono continuare ad usare le armi del rigore credendole indispensabili per difendere la verità, ed evocando improbabili periodi passati senza imparare dalla storia”. Così il card. Matteo Zuppi, impegnato in questi giorni nella missione di pace affidatagli dal Papa a Washington, ricorda mons. Luigi Bettazzi, nel saluto inviato ai funerali che si celebrano oggi ad Ivrea. “Era libero perché amava Dio e la Chiesa”, il ritratto stilato dal cardinale: “Cercava il dialogo non perché ambiguo, facile, ma proprio perché convinto della propria identità, senza ossessioni difensive che vedono il nemico dove non c’è e non lo riconoscono dove, invece, si annida. Ascoltava per rispondere e non per parlare sopra. Comunicava la gioia di essere cristiano e annunciava la chiamata a tutti ad esserlo”. “Amabile, instancabile, gentile ma per niente affettato, scomodo, ironico, colto senza mai essere supponente, parlava della Chiesa e dei poveri perché la Chiesa è di tutti, ma specialmente dei poveri”, prosegue Zuppi: “non ha smesso di sognare”.  “Grazie don Luigi, benedizione con la tua lunga vita, perché non hai smesso di sognare e non ti sei stancato di farci vivere la primavera del Concilio”, l’omaggio del presidente della Cei.

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