Cammino sinodale: Cei, affidare ad un diacono l’amministrazione delle parrocchie prive di parroco residente

“Coinvolgere di più e meglio i laici nella gestione, con deleghe specifiche e procure efficaci”, in modo da alleggerire “il grande carico che grava sui parroci, oberati da responsabilità amministrative crescenti”. E’ una delle proposte delle Linee-guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale elle Chiese in Italia, in cu si suggerisce di affidare ad un diacono l’amministrazione di parrocchie prive di parroco residente (diaconia pastorale), secondo il can. 517 §2 del Codice di diritto canonico. Altre figure da valorizzare, per la Cei, quelle dell’animatore di comunità (laici, consacrati, diaconi) o di zone pastorali (tema sviluppato in vari Cantieri dell’ospitalità e della casa), già presente in alcune diocesi, anche nella modalità delle équipe o dei gruppi ministeriali. Nel testo si auspica inoltre “una semplificazione delle certificazioni, ad esempio per i matrimoni, attualmente troppo complicata”, oltre al possibile accentramento di precise aree gestionali in capo alle diocesi. Passare da una “pastorale degli eventi” a una “pastorale della vita quotidiana”, l’indicazione concreta per “aprire una riflessione sulle parrocchie, sulle unità pastorali, sugli uffici di Curia, a tutti i livelli”, in modo da “chiarire le singole competenze e migliorare le interazioni sinergiche”.

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