Cammino sinodale: Cei, “confrontarsi con i linguaggi dei giovani” e “riscoprire la bellezza della liturgia”

“Si sente il bisogno di un nuovo discorso cristiano che si lasci sollecitare, in una vera fraternità culturale, dal con testo contemporaneo. In questo compito devono essere convocate le competenze della teologia, dell’elaborazione culturale cristiana, nonché dei molti strumenti di comunica zione della Chiesa, su cui si chiedono riflessioni attente”. E’ quanto si legge nelle Linee guida per la fase sapienziale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, diffuse oggi. “Come camminare al fianco dei giovani?”, una delle domande fondamentali da porsi, a partire dalla presa di coscienza del “clamoroso distacco delle giovani generazioni dal ‘sentiment’ religioso e della vita della Chiesa”. “Non basta, per entrare in sintonia, insistere su una dottrina, magari resa pop da nuovi stratagemmi mediali”, argomenta la Cei: “Le giovani generazioni, invece, hanno bisogno di scoprire nell’incontro con Gesù nella Chiesa una causa in cui vale la pena coinvolgersi. Questo tratto non può essere solo un argomento retorico per riconquistare i giovani, ma la reale conversione di una comunità che vuole ritrovare sé stessa”. Di qui la necessità di riflettere su “quali siano le pratiche possibili per coinvolgere le nuove generazioni e per costruire con loro spazi di riflessione sui temi esistenziali e teologici”, nonché “sui modi in cui i linguaggi parlati dai giovani, con le loro forme spesso mediate tecnologicamente, possono esprimere certe fragilità, un reale desiderio di comunità, un autentico bisogno di orientamento”. “Riscoprire la bellezza della liturgia, la necessità di affinare l’arte del celebrare e l’urgenza di un’autentica formazione liturgica di tutto il popolo di Dio”, l’altra urgenza segnalata nel testo, in cui si auspia anche “un dibattito” sulla religiosità popolare.

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