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Parlamento Ue: maternità surrogata. Reynders, “normativa di competenza nazionale, ma evitare che siano negati diritti ad alcuni bambini”

(Strasburgo) Il dibattito in emiciclo sulla maternità surrogata ha visto polarizzarsi il Parlamento europeo: contrari e favorevoli hanno esposto le loro posizione con fermezza, talvolta con reciproco livore. Il commissario Ue, Didier Reynders, dal canto suo è intervenuto – all’inizio e al termine della discussione – per portare la posizione dell’Esecutivo. “Il diritto di famiglia è e rimane appannaggio degli Stati membri”, ha subito puntualizzato. “Ciò vale anche per la maternità surrogata, che alcuni Stati membri riconoscono, altri vietano, altri non disciplinano”. “Finora nessuno Stato autorizza però la maternità surrogata a fini commerciali. Siamo anche consapevoli dei rischi che la maternità surrogata comporta in alcuni Paesi terzi”, dove donne indigenti possono essere coinvolte in questa pratica in cambio di denaro. “Inoltre occorre sempre prevenire ed evitare la tratta di essere umani, e tutelare i diritti umani”. Alla Commissione, ha specificato Reynders, spetta però di assicurare il riconoscimento transnazionale della genitorialità e i diritti dei bambini, “per evitare che siano negati diritti ad alcuni bambini” nati da maternità surrogata.

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