Diocesi: card. Betori (Firenze), “Maria Cristina Ogier è stata una giovane ottimista, gioiosa e sempre pronta a consolare chi ne avesse bisogno”

“La breve ma intensa vita di Maria Cristina Ogier racchiude il messaggio di chi si è fatto testimone della presenza del Signore che ci incontra sulle strade della vita e ci chiede di accoglierlo e accompagnarlo da zoppo, cieco, malato, anche ricco di beni ma al tempo stesso povero della gioia di poterne godere, povero del necessario ma ricco di speranza”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, nell’omelia pronunciata nella basilica di San Miniato al Monte in occasione della traslazione dei resti della Serva di Dio Maria Cristina Ogier.
Commentando le letture della liturgia del Battesimo del Signore, il porporato ha sottolineato la “continuità di missione” che – “da Gesù ai discepoli” – “giunge fino ai nostri giorni e che ci rende responsabili della comunicazione della verità a ogni uomo. Essere luce per gli altri, come segno dell’amore di Dio per l’umanità; anche questo mi sembra un’indicazione che vediamo risplendere nella testimonianza della nostra Serva di Dio e che chiediamo che la Chiesa valuti nella sua esemplarità”. “La fede in germe, con precoce fioritura, attraversa giorno dopo giorno il progredire degli anni di Maria Cristina, con gli insuccessi umani, i limiti di un corpo ridotto nelle funzioni della deambulazione e perfino della scrittura, il dolore devastante”, ha proseguito Betori, evidenziando che “è stata una giovane ottimista, gioiosa e sempre pronta a consolare chi ne avesse bisogno. Tutto veniva da lei accolto e vissuto nella fede”. Nel suo diario si legge: “Io dal Signore accetto tutto”. “Questa frase – ha commentato il cardinale – si riferisce alla triste prospettiva di rimanere su una sedia a rotelle e cieca, senza poter più assistere i bisognosi, quanto nella sua vita aveva messo per il Signore al primo posto”. “Maria Cristina – ha aggiunto – ha vissuto nel desiderio del Paradiso e chiamava la morte ‘benevola amica che mi congiungerà per sempre al mio Signore’. Mai si è affidata alle proprie forze, ma totalmente a Dio. Emblematiche della sua spiritualità sono queste parole: ‘Perché hai usato con me tanta clemenza e tanto amore, io piccolo moscerino della terra?’”. “La giovane età della Serva di Dio non la rinchiude in uno stereotipo anagrafico”, ha ammonito l’arcivescovo, osservando che “la cosa che sorprende e affascina leggendo la vita di questa giovane donna è di potervi vedere immagini di vita vera che parlano a ogni età e a ogni condizione di appartenenza”. “Affidiamo alla saggezza e prudenza della Chiesa – ha concluso Betori – il compito di indicarci in che modo potremo nel futuro guardare alla sua testimonianza per trarne frutto per la nostra vita cristiana”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori