Terra Santa: Gerusalemme, ieri la chiusura della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani

Si è chiusa ieri (dal 21 gennaio) a Gerusalemme la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sul tema: “Fate il bene, cercate la giustizia” (Isaia 1, 17). Numerose le confessioni cristiane che si sono alternate nell’animazione dei nove incontri di preghiera svoltisi ogni giorno in luogo diverso, con grande partecipazione di fedeli delle comunità partecipanti (anglicani, armeni, luterani, greco-cattolici, greco-ortodossi, comunità siriache ed etiopiche e cattolici di rito latino). La Settimana di preghiera nella città santa, secondo quanto riferisce la Custodia di Terra Santa, ha avuto inizio sabato 21 gennaio (alcuni giorni dopo la data ufficiale) per consentire agli armeni di festeggiare l’Epifania. Come da tradizione, il primo appuntamento è stato al Santo Sepolcro, dove la comunità greco-ortodossa ha guidato la preghiera di Compieta presso l’altare della Crocifissione sul monte Calvario. La domenica seguente, 22 gennaio, la preghiera è stata ospitata presso cattedrale anglicana di San Giorgio e lunedì 23 presso la cattedrale armena di San Giacomo. Martedì 24 gennaio la chiesa luterana del Redentore ha accolto una nutrita delegazione delle comunità cristiane e il pastore luterano Fursan Ayed Zumot ha ricordato ai presenti la missione comune a cui sono chiamati tutti i cristiani di tutte le confessioni, “quella di servire il prossimo”. Mercoledì 25 gennaio, giorno della conversione di San Paolo, è stato il turno del Patriarcato Latino. Durante la preghiera, il patriarca Pierbattista Pizzaballa ha incoraggiato tutte le Chiese di Terra Santa, ricordando come esse, “nonostante i tanti conflitti che da generazioni tormentano questa Terra, sono molto attive nell’edificazione della Gerusalemme celeste” attraverso le scuole, gli ospedali, le case per anziani e tutte le realtà costruite sul territorio. “Sono il nostro modo di fare il bene qui in Terra Santa e di operare la giustizia, di aprire gli occhi sul dolore e sull’oppressione. Tuttavia – ha continuato – la consolazione non ha bisogno solo di gesti di accoglienza, ma anche di una parola. Abbiamo il dovere di annunciare con la vita, ma anche con le parole, il Vangelo di giustizia e di pace”. Giovedì 26 gennaio la preghiera si è svolta presso il Cenacolo, sul Monte Sion, ed è stata condotta da padre Maksymilian Nawara, abate presidente della Congregazione benedettina dell’Annunciazione insieme con la comunità benedettina della Dormizione. Venerdì 27 gennaio è stata la volta della comunità siriaca ortodossa del Patriarcato di Antiochia e Gerusalemme, nella chiesa di San Marco: la preghiera è stata guidata da Mor Anthimos Jack Yakoub, vicario patriarcale di Gerusalemme e Terra Santa, mentre sabato 28 gennaio la preghiera si è svolta presso la chiesa ortodossa della comunità etiope. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si è conclusa domenica 29 gennaio nella chiesa greco-cattolica dell’Annunciazione nella città vecchia di Gerusalemme.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori