Rosario Livatino: mons. Renna (Catania), “ci insegni a difendere con coraggio la giustizia, l’onestà e il bene della nostra terra”

(Foto: arcidiocesi di Catania)

“Ci affidiamo allo sguardo premuroso di Maria Ausiliatrice, perché nessuno di noi si smarrisca; all’intercessione di don Bosco, affinché il cuore dei nostri educatori sia capace di amarci tutti; al beato Rosario Livatino affinché ci insegni a difendere con coraggio la giustizia, l’onestà e il bene della nostra terra”. Con questa preghiera solenne alla vigilia della festa di san Giovanni Bosco, l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, ha affidato gli oratori delle diocesi alla protezione di Maria Ausiliatrice, don Bosco e Rosario Livatino.
La cerimonia ha avuto luogo presso la chiesa dei Salesiani di Cibali in occasione della peregrinatio delle reliquie del beato Livatino ed è stata venerata la camicia azzurra inzuppata di sangue, custodita in una teca tra quattro argentei rami di palma. Tra le reliquie un’altra teca conteneva gli occhiali, il portafoglio e il portachiavi che Rosario Livatino aveva addosso al momento dell’agguato il 21 settembre 1990.
Il motto che Livatino ha scritto nella sua tesi di laurea e nei suoi diari con la sigla STD (Sub Tutela Dei) è segno identitario di una vocazione, di una scelta e di un cammino di vita, che viene infranto dal piombo della mafia. L’essere magistrato nella sua Canicattì e nella Sicilia dominata dalla coltre mafiosa della criminalità organizzata, in coerenza con i valori cristiani, lo ha impegnato a vivere le beatitudini evangeliche nel “giudicare senza giudicare” applicando cioè la giustizia all’atto e la misericordia all’errante.
Le otto Beatitudini, ha affermato mons. Renna, tracciano il percorso positivo dei dieci Comandamenti che descrivono cosa non fare, e indicano al cristiano la via della bellezza e della felicità, definita anche con l’invito “vieni avanti” e quindi stimolo ad essere annunciatori, testimoni, modelli per gli altri.
L’arcivescovo ha invitato i giovani a scegliere un motto per la propria vita e seguire il cammino indicato da una delle otto beatitudini: povertà di spirito, purezza di cuore, mitezza, giustizia, misericordia, pace e seguendo la stella valori “andare sempre avanti” puntare alla meta e ricevere “la ricompensa che sarà grande nei cieli”
Essere operatori di pace, sentinelle dei valori positivi della bellezza, della giustizia, della legalità è il mandato che mons. Renna ha consegnato ai tantissimi giovani partecipanti in rappresentanza degli oltre trenta oratori attivi nella diocesi, auspicando che tutte le parrocchie avessero un oratorio, dove tutti i ragazzi e giovani possano trovare una guida, un amico con cui parlare e confidarsi ed un luogo sereno e pulito di sano divertimento.
Il carisma salesiano del sistema preventivo di don Bosco e la pedagogia dell’accoglienza e dell’attenzione ai bisogni dei giovani impegna la comunità diocesana ad essere una presenza viva nel territorio, risposta eloquente alla sempre dilagante emergenza educativa.

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