Agricoltura: Coldiretti, il 2022 “l’anno nero per maltempo e siccità con oltre 6 miliardi di euro di danni”

Il maltempo con bombe d’acqua, nubifragi, grandinate e precipitazioni violente si è abbattuto a macchia di leopardo su città e campagne distruggendo interi raccolti, di frutta e verdura, vigneti, oliveti ma anche le serre. Questo è quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti mentre l’allerta meteo della Protezione civile è in codice giallo ed interessa 10 regioni del centro Sud. Campi allagati, raccolti devastati ma anche frane e smottamenti sono gli effetti del maltempo rilevati nelle campagne dal monitoraggio di Coldiretti con la grandine che è stata l’evento climatico più grave per i danni irreversibili che ha provocato ai raccolti. Inoltre i terreni secchi per la siccità non riescono ad assorbire l’acqua delle precipitazioni e questo causa frane, sul territorio italiano che, ricorda Coldiretti, è composto da 9 comuni su 10, cioè il 91,3% del totale, che hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico secondo i dati Ispra. Secondo Coldiretti è un impatto devastante con danni all’agricoltura che per il maltempo e la siccità superano i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nazionale. Danni causati dai cambiamenti climatici che amplificano gli effetti su  un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono. Infatti nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto negli ultimi 10 anni: con il cemento che ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale, dei quali 5.400, un territorio grande quanto la Liguria, riguardano i soli edifici che rappresentano il 25% dell’intero suolo consumato, secondo il Rapporto elaborato dall’Ispra. Secondo Coldiretti occorre ridurre il consumo di suolo e organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà, per questo sono necessari interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve.

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