Ecumenismo: padre Andronache (parroco ortodosso romeno di Verona), “senza interazione non c’è amore. Così succede anche con Dio”

(Foto: Laura Caffagnini/Sae)

Una preghiera serale alla 58ª Sessione di formazione ecumenica del Sae ad Assisi è stata dedicata al Vespro ortodosso, che ha avuto luogo nella basilica superiore di San Francesco messa a disposizione dai Frati minori del Sacro Convento. La celebrazione è stata presieduta da padre Stefan Andronache, parroco ortodosso romeno di Verona. Al suo fianco l’arciprete romeno Traian Valdman di Milano, il parroco romeno Ionut Radu di Milano e il teologo ortodosso russo Vladimir Zelinsky di Brescia, impegnati nei lavori alla Domus Pacis. Alcuni partecipanti alla Sessione si sono alternati nella lettura dei salmi previsti dal canone del Vespro. Nella grande aula degli affreschi di Giotto con le scene della vita di San Francesco sono risuonati i tropari, le richieste di perdono e le intercessioni della liturgia ortodossa. “In questo tempo di grande crisi per le sorti dell’umanità e del cosmo intero a rischio di distruzione sono suonate estremamente vitali le richieste della Grande litania per la pace del mondo intero, per la mitezza delle stagioni, per i governanti delle nazioni, per la saldezza delle Chiese di Dio e per l’unione di tutti”, si legge in una nota del Sae.
“Chiunque abbia vissuto nell’amore di qualcuno non ritiene importanti le sorprese quanto gli atti d’amore quotidiani come un bacio o un ‘ti amo’ che dicono l’essere in relazione. Senza interazione non c’è amore. Così succede anche con Dio”, ha detto Andronache per spiegare l’importanza della preghiera serale per la Chiesa ortodossa. “I Vespri sono il bacio che diamo a Dio, l’abbraccio che diamo alla Madre di Dio. I cristiani già dalle origini si sentivano di portare a Dio la loro offerta di ringraziamento e di chiedere aiuto per trascorrere serenamente la notte. La preghiera della sera era il momento più importante”. Il parroco ortodosso di Verona ha aggiunto che “il centro della celebrazione è l’inno ‘Luce gioiosa’, il più antico inno cristiano che è stato conservato dall’ortodossia e che anticamente veniva cantato al tramonto del sole ponendo una candela accesa al centro della chiesa. La nostra speranza è che stasera abbiamo pregato insieme per tutti ricordando le parole di Gesù: ‘Io sono la luce del mondo, chi segue me avrà la luce della vita’”.
Al termine la presidente del Sae Erica Sfredda ha ringraziato il Sacro Convento per l’ospitalità ricevuta che arricchisce il cammino ecumenico e i padri ortodossi che hanno aiutato l’assemblea a pregare nell’antico e sempre nuovo canto della Chiesa.

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