Caldo: Coldiretti, luglio bollente con 17 eventi estremi al giorno. “Tropicalizzazione del clima si abbatte su territorio fragile”

Finisce un mese di luglio che si classifica tra i più bollenti di sempre segnato però in media da 17 eventi estremi al giorno lungo la Penisola tra grandinate, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e tempeste di vento che hanno aggravato i danni provocati dalla siccità che ammontano ad oltre 6 miliardi di euro nelle campagne. È l’allarme lanciato questa mattina da Coldiretti in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha diviso l’Italia in due con 10 città da bollino rosso per il caldo e l’allerta maltempo in 4 città del nord, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Cambiamenti climatici che – evidenzia la Coldiretti – provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello italiano reso più fragile – sottolinea Coldiretti – dalla cementificazione e dall’abbandono con 7.252 i comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra. Senza dimenticare che nel 2022 si è verificato un aumento del +170% degli incendi spinti proprio in un mese di luglio bollente e siccitoso che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la penisola con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Effis. Ad essere colpiti dalle ultime perturbazioni – riferisce la Coldiretti – nelle campagne sono state le coltivazioni di mais, foraggi, vigneti e alberi da frutto ma anche danni alle coperture di fabbricati e capannoni delle aziende agricole con milioni di euro di danni senza peraltro contribuire a sconfiggere la situazione di emergenza idrica in agricoltura determinata dal caldo e dalla grave siccità. Il livello del fiume Po a 3,3 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca è rappresentativo delle criticità presenti sull’intera Penisola a partire dalla Pianura Padana dove per la mancanza di acqua – precisa la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La situazione di carenza idrica riguarda anche i grandi laghi del Nord con il Maggiore che ha appena il 16% di riempimento dell’invaso e in quello di Como va ancora peggio con appena il 5% mentre nelle zone a valle serve l’acqua per irrigare le coltivazioni, e persino il Garda è pieno poco meno di 1/3 (31%). Tra le manifestazioni meteo estreme la caduta della grandine nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro.

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