Ucraina: Salesiani, cresce la stanchezza tra i benefattori ma la macchina della solidarietà non si ferma

Dopo 137 giorni di guerra il Coordinamento salesiano per la risposta all’emergenza in Ucraina è testimone di alcuni segnali che indicano una certa “stanchezza” tra i benefattori e i volontari che in diversi modi finora hanno portato avanti la macchina salesiana dei soccorsi. Ma poiché sfollati e rifugiati non possono permettersi alcuna “stanchezza” l’impegno salesiano prosegue più attivo che mai, e si sviluppa, come sempre, su diversi fronti. Lo riporta oggi l’agenzia salesiana Ans che ribadisce che “l’azione convinta e costante della Famiglia Salesiana, che ha saputo raccogliere già milioni di euro di beneficienza, continua senza sosta”. “Francamente, non abbiamo fretta di finire subito o comunque presto tutto il denaro che è stato raccolto – afferma don George Menamparampil, responsabile del Coordinamento dell’Emergenza in Ucraina –. Attualmente, anzi, c’è persino il rischio di un’espansione dei bisogni nelle settimane a venire. Dobbiamo pertanto gestire le nostre risorse con cura, in modo da poter continuare a servire coloro che hanno trovato rifugio da noi finché ne avranno bisogno”. E per rispondere al pericolo della “stanchezza” dei donatori, il Coordinamento continua a condividere con gli altri ciò che sta facendo la Famiglia Salesiana, insieme a tante altre organizzazioni e realtà, religiose e non. Dal punto vista spirituale, sono innumerevoli le opere e comunità che continuano a pregare per la fine delle ostilità: nuove testimonianze di questo impegno vengono dalla diocesi di Miao, in India, dove il vescovo salesiano, mons. George Palliparampil, ha organizzato l’iniziativa un milione di “Ave Maria” da parte dei bambini delle scuole e parrocchie; o dal santuario di Vranov, nella Repubblica Ceca; o dall’Associazione delle superiore maggiori delle religiose in Corea, che ha proposto a tutte le religiose coreane una preghiera regolare settimanale per l’Ucraina e il Myanmar. “Dobbiamo fermarci, guardare indietro, riflettere ed essere grati. Con la grazia di Dio e il duro lavoro di molti di voi, abbiamo realizzato cose meravigliose per i minori nostri destinatari e per le loro madri”, conclude don Menamparampil.

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