Panama: messaggio dei vescovi al termine dell’assemblea, “Mettere al centro la famiglia”. Preoccupazione per l’aumento della violenza

(Foto: Conferenza episcopale panamense)

È dedicato alla famiglia il messaggio diffuso dalla Conferenza episcopale di Panama, a conclusione dell’assemblea plenaria. Il testo invita a proteggere la famiglia in tutte le sue dimensioni, partendo dal recente Incontro mondiale e dell’anno dedicato all’Amoris Laetitia. “Vogliamo lanciare un messaggio di speranza a tutte le famiglie che abitano nel territorio nazionale”, scrivono i vescovi, ricordando che “è nella famiglia, sacramento del Dio trinitario che è comunione, che troviamo i misteri più profondi della vita umana, come l’amore, la donazione totale per il prossimo, la gioia dello stupore generata dal dono della vita di ciascun membro, e la forza che viene dall’amore per la propria famiglia, in tempi di crisi o avversità”.
La famiglia, ricordano ancora i vescovi panamensi, è la prima scuola di virtù sociali, che “sono l’anima della vita e dello sviluppo della stessa società”. Ciò è valido anche e particolarmente nel contesto panamense, rispetto al quale il messaggio segnala con preoccupazione: “Una delle grandi minacce che attentano contro la stabilità della famiglia panamense è il crescente clima di violenza che si registra in tutto il Paese, e che tiene la sua radice, in molti casi, nelle situazioni di precarietà e povertà di molte abitazioni”. Sono molti “i casi di violenza e aggressività tra i membri della famiglia, che colpiscono soprattutto i più fragili, come i bambini e le donne. Una situazione che si ripercuote an tutta la società e arriva a livelli preoccupanti”. Da qui, l’appello a tutti i settori della società, ai mass media, al mondo dell’economia, della politica, delle istituzioni, “a lavorare uniti nella costruzione di un Paese che sia in grado di dare stabilità economica, sociale e affettiva alle famiglie panamensi”. Un obiettivo raggiungibile con “un’autentica conversione e trasformazione”, che parta da una giusta distribuzione della ricchezza, dalla lotta alla corruzione, da un maggior investimento nell’istruzione e nella sanità. Di fronte alle proteste sociali che non mancano in questo periodo nel Paese, i vescovi, pur rispettando tale diritto, chiedono di trovare forme che non penalizzino coloro che nella società sono più vulnerabili.

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