Biagio Conte: lasciato l’ospedale, torna nella Missione di Speranza e Carità

“Incontrarsi in presenza non sarà facilmente realizzabile in quanto, su indicazione medica, nelle prossime settimane, in questa fase di normale debilitazione del sistema immunitario presente nei pazienti che fanno chemioterapia, sarà necessario rimanere in un ambiente un po’ più ritirato”. Sono queste le parole di Francesco Russo su Facebook, portavoce di Biagio Conte, dimesso dall’ospedale Fatebenefratelli di Palermo dove era ricoverato per curare un tumore al colon, ed ora accolto in una delle astanterie che i fratelli hanno preparato per lui nella Missione Speranza e Carità di cui è fondatore. “Fratel Biagio ci tiene tanto a dirvi che bisogna continuare a pregare e per questo vi chiede di essergli vicino spiritualmente. Si attendono alcuni risultati di altri esami che ha eseguito e, nei prossimi giorni, dovrà continuare la terapia iniziata avendo in previsione, in particolare per il 18 luglio, il secondo ciclo di chemioterapia che eseguirà in day hospital. Fratel Biagio ci tiene tanto a ringraziare tutti e mi ha chiesto di dare una testimonianza di questi giorni vissuti da ricoverato”. Nel post si spiega come l’accoglienza all’ospedale Fatebenefratelli di Palermo sia stata qualcosa di grande dal punto di vista umano, cristiano e professionale, con operatori, religiosi, medici, infermieri, operatori sanitari, addetti alle pulizie, operatori della cucina che, ogni giorno, hanno fatto sentire la propria vicinanza a Conte ricoverato. “Ogni giorno abbiamo visto con i nostri occhi questa vicinanza amorevole di tutti rivolta ad ogni singolo ammalato ricoverato in ospedale, ad ognuno un gesto di gentilezza, di coraggio e di competenza. Tutto ciò è molto importante in quanto la vicinanza umana, la forza della fede uniti alla scienza medica danno tanto coraggio e forza a chi soffre”, si legge nel post pubblicato su Facebook da Francesco Russo che conclude: “È per questo che è necessario pregare tanto e continuamente per tutti gli ammalati, per le loro famiglie e anche per tutti coloro che ogni giorno si dedicano ad essi”.

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