R.D. Congo: Aibi, “aperte due case di alta-autonomia per 16 care leavers”

(Foto: Aibi)

Dopo lunghi mesi di preparativi, riunioni, questioni logistiche da risolvere e soluzioni da inventare, il progetto Cai “Dal nostro cuore a quello dell’Africa”, coordinato da Aibi in Repubblica Democratica del Congo con il coinvolgimento diretto e attivo degli orfanotrofi Fed e Sodas, “è arrivato a una delle azioni più importanti e interessanti nell’ambito dell’accompagnamento del percorso di autonomia dei ragazzi che devono lasciare l’Istituto”, cioè l’apertura di “due case di alta-autonomia per 16 care leavers”. Lo rende noto oggi Amici dei Bambini.
L’obiettivo, tenendo conto, da un lato, della necessità di questi ragazzi di assumere sempre maggiore autonomia in ottica di un reinserimento nella società, dell’altro del bisogno dell’orfanotrofio di ridurre il numero di ospiti e riorganizzare l’occupazione delle stanze e l’utilizzo delle poche risorse a disposizione, è stato la creazione dei “foyers” di autonomia: piccole casette dove i giovani possono iniziare a crearsi una propria vita al di fuori dell’orfanotrofio.
Il percorso, spiega l’Aibi, “è iniziato fin da gennaio con l’organizzazione di incontri settimanali con il gruppo di 16 giovani partecipanti all’iniziativa. Le riunioni, guidate dall’assistente sociale e lo psicologo del progetto, sono servite per riflettere con i ragazzi su cosa significhi l’autonomia, l’assumersi delle responsabilità, il riflettere su cosa si intenda fare per il proprio futuro”. Perché i foyers non sono una sistemazione definitiva, ma una fase di passaggio per arrivare all’autonomia.
Sono stati organizzati “4 incontri formativi anche con il contabile del progetto sulle tematiche economiche, insegnando ai ragazzi come calcolare i propri bisogni, come creare un gruppo di solidarietà, gestire i risparmi, iniziare delle attività economiche”.
Nel frattempo, “i foyers sono stati ristrutturati ed equipaggiati di tutto il necessario per poter vivere: letti, materassi, lenzuola e coperte, cuscini, armadi, tavoli, sedie, cucine con tutto il necessario (piatti, secchi, posate, thermos, scope, bracieri, ecc…), bagni completi di asciugamani, spazzoloni, prodotti per la pulizia, ecc. Oltre a un approvvigionamento di alimenti per coprire i fabbisogni del primo periodo (fagioli, riso, farina, olio, patate, ecc..). Dopodiché sarà responsabilità dei giovani proseguire, anche se sempre in coordinamento con il centro Fed, che rimane responsabile dell’azione”.
Il trasloco dei giovani dell’orfanotrofio si è concluso a fine giugno: “I ragazzi sono ben motivati ed entusiasti, si sono ben ambientati, si sono dati delle regole di convivenza e iniziano a organizzare il proprio gruppo di solidarietà strutturato nella forma di un Avec (Association Villageoise d’Epargne et Crédit): un sistema nel quale ciascun membro contribuisce con le proprie risorse a creare dei ‘risparmi di solidarietà’ da utilizzare per un miglioramento delle condizioni di tutti i componenti”.
Anche nella prossima fase del progetto le attività da parte di Aibi e dell’orfanotrofio Fed proseguiranno, attraverso visite regolari di follow up e alcuni acquisti necessari per avviare delle attività generatrici di reddito.

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