Diocesi: Chieti-Vasto, “per la comunione eucaristica ci si attenga alle indicazioni della Cei”

Per la comunione eucaristica ci si attenga alle indicazioni della Conferenza episcopale italiana. È questo, in sintesi, il contenuto della Nota diffusa oggi dalla Curia di Chieti-Vasto, a firma di mons. Fabio A. Iarlori, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano.
“In ottemperanza alle indicazioni date nella nota pastorale della presidenza della Cei, il 15 giugno u.s., l’arcivescovo – si legge – ritiene che, data la situazione di rischio di contagio presente nel nostro territorio, per quanto riguarda la distribuzione della Comunione nella nostra arcidiocesi, i ministri continuino ad usare la mascherina protettiva e igienizzino le mani; inoltre, i fedeli continuino a ricevere l’Eucaristia sulla mano”.
Ma “dato che in alcuni luoghi si sono costatate modalità di distribuzione dell’Eucaristia che non corrispondono alla prassi della Chiesa”, il direttore dell’Ufficio liturgico precisa che “vorremmo ricordare a tutti di attenersi alle indicazioni date nella Istruzione dell’Episcopato italiano del 19 luglio 1989 ‘Sulla comunione eucaristica’ (e tuttora vigenti, come ricordano le ‘Precisazioni’ della Cei all’Ogmr, n. 13)” nelle quali si afferma che “il fedele che desidera ricevere la comunione sulla mano presenta al ministro entrambe le mani, una sull’altra (la sinistra sopra la destra) e mentre riceve con rispetto e devozione il corpo di Cristo risponde ‘Amen’ facendo un leggero inchino. Quindi, davanti al ministro, o appena spostato di lato per consentire a colui che segue di avanzare, porta alla bocca l’ostia consacrata prendendola con le dita dal palmo della mano. Ciascuno faccia attenzione di non lasciare cadere nessun frammento”. “Vorrei far notare – aggiunge mons. Iarlori – che le mani si devono presentare – come richiede il suddetto documento – pulite, ma assolutamente non vanno coperte con fazzoletti o altro, per nessuna ragione. Inoltre, prima di ricevere la Comunione, il fedele fa un gesto di riverenza (un inchino) e, appena ricevuta, la porta alla bocca nelle modalità indicate dal suddetto documento, ma – secondo la tradizione della Chiesa sia d’oriente che d’occidente – non è mai lecito baciare il Pane consacrato, in ragione della sua suprema santità”. “Chi non intendesse obbedire a queste disposizioni – prosegue il sacerdote – evidentemente mostrerebbe di rifiutare la comunione: come potrebbe ricevere il Corpo di Cristo chi disobbedisse ai Pastori che, per volontà del Signore nel Corpo di Cristo, che è la Chiesa, hanno il diritto e il dovere di indicare la strada e di chiedere obbedienza in ciò che unisce nella carità?”.

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