Agricoltura: Coldiretti, a Bruxelles vertice Prandini-Wojciechowski (commissario Ue). Fra clima e caro prezzi a rischio chiusura 1 azienda su 10

“Con quasi un cittadino europeo su cinque che è oggi colpito mediamente ogni anno dal problema siccità, secondo l’ultimo rapporto dell’Unccd, chiediamo all’Ue di sostenere misure strutturali per assicurare la disponibilità di acqua in futuro e la produzione di cibo, come il piano invasi promosso da Coldiretti e Anbi”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel corso del vertice a Bruxelles con il commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, durante il quale si è fatto il punto della situazione sulle problematiche delle filiere agricole a partire dalla drammatica emergenza idrica che ha colpito l’Italia, con il conto dei danni che è salito alla cifra di tre miliardi di euro.
“L’Europa e l’Italia – ha ricordato Prandini – hanno bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero. In questo modo potremmo sostenere anche la decisione dell’Unione europea di restituire alla coltivazione 4 milioni di ettari di terreni lasciati incolti, di cui 200mila per l’Italia”. “Proprio in tale ottica abbiamo sottolineato la necessità di considerare una proroga della deroga anche per il 2023 intervenendo su alcune misure della futura Politica agricola comune (Pac)”, ha proseguito il presidente della Coldiretti. Fra siccità e rincaro delle materie prime legato alla guerra in Ucraina – sottolinea l’associazione – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) rischia di chiudere ma circa un terzo del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea. “Una tempesta perfetta che si è abbattuta sulle aziende agricole – evidenzia Coldiretti – con aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio”.
Per questo a Bruxelles si è parlato anche del problema della mancanza di fertilizzanti scatenato dalla guerra in Ucraina, con il blocco alle esportazioni deciso da Putin fino al 31 agosto che rischia di impattare pesantemente sui raccolti, già colpiti dalla siccità, ma anche sulle prossime semine. L’Italia nel 2021 ha importato da Russia, Bielorussia e Ucraina sostanze fertilizzanti per 140 milioni di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Alla mancanza di forniture si aggiungono le difficoltà determinate dai forti rincari dei prezzi che sono balzati – continua la Coldiretti – da un +150% ad oltre +200% con l’urea è passata da 350 euro a 1.150 euro a tonnellata (+228%).

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