Papa Francesco: “state attenti all’indietrismo, oggi è di moda”

“C’è la moda – in tutti i secoli, ma in questo secolo nella vita della Chiesa la vedo pericolosa – che invece di attingere dalle radici per andare avanti – quel senso delle tradizioni belle – si fa un ‘indietrismo’, non ‘sotto e su’, ma indietro. State attenti all’ ‘indietrismo’, che è la moda di oggi, che ci fa credere che tornando indietro si conserva l’umanesimo.”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza questa mattina, prima dell’udienza generale, i partecipanti al Convegno internazionale “Linee di sviluppo del Patto Educativo Globale”, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi).  “Questo indietrismo che ci fa setta, che ti chiude, che ti toglie gli orizzonti”, ha proseguito Francesco: “Si dicono custodi delle tradizioni, ma delle tradizioni morte”. A questo proposito, Francesco ha citato un teologo del quinto secolo, San Vincenzo di Lerins, che descriveva “la vera tradizione cattolica, cristiana e umana come una crescita continua”. “La vera tradizione è questa, che si porta avanti con i figli”, ha spiegato il Papa, ricordando che “in ogni processo educativo bisogna sempre mettere al centro le persone e puntare all’essenziale, tutto il resto è secondario”. “Non bisogna trascurare, inoltre, che è fondamentale educare al servizio”, ha proseguito: “Anchise e Ascanio, oltre a rappresentare la tradizione e il futuro, sono anche simbolo delle fasce fragili della società che bisogna difendere, respingendo la tentazione di scartare, di emarginare”. “La cultura dello scarto vuole farci credere che quando una cosa non funziona più bene bisogna buttarla e cambiarla”, ha detto Francesco: “Così si fa con i generi di consumo, e purtroppo questo è diventato mentalità e si finisce per farlo anche con le persone. Ad esempio, se un matrimonio non funziona più, lo si cambia; se un’amicizia non va più bene, si taglia via; se un vecchio non è più autonomo, lo si scarta… Invece, fragilità è sinonimo di preziosità: gli anziani e i giovani sono come vasi delicati da custodire con cura. Ambedue sono fragili”.

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