Ucraina: card. Sandri (Chiese Orientali), “portiamo sull’altare preoccupazione e dolore”

“Pastori e fedeli delle Chiese latina ed orientali, radunati dallo Spirito per celebrare l’Eucarestia, portano sull’altare insieme al pane e al vino la quotidiana fatica delle rispettive aree di provenienza geografica, dal tormentato Medio Oriente, dall’Europa centrale ed Orientale – con speciale pensiero all’Ucraina – dall’India, dal corso del Nilo in Africa, con tutte le vicende dei figli e delle figlie delle Chiese Orientali sparsi ora nel mondo”. Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nell’omelia della messa che ha presieduto stamani all’altare della cattedra della basilica vaticana, in occasione della sessione plenaria del Dicastero e del Convegno per il XV dell’Istruzione “Il Padre incomprensibile”. “Portiamo dunque la preoccupazione e il dolore, impastati come i chicchi di grano macinati con l’acqua attinta con gioia alle fonti della salvezza, da quella sorgente scaturita per noi dalla Pasqua di Cristo e alla quale abbiamo avuto accesso sacramentale con il Battesimo”.
Il cardinale ha definito “la sacra liturgia sui cui stiamo riflettendo in questi giorni è quindi una esperienza di vita, più precisamente la vita divina in noi, non per il nostro sforzo o la nostra regola, ma perché azione di Dio, azione trinitaria, cui per grazia ci è concesso di accedere”. Poi, riferendosi alla pagina della prima lettura di oggi, il cardinale ha ricordato “il confronto tra le comunità della riforma e la Chiesa cattolica, in cui si è generata una ferita”: “Servendosi in modo strumentale della parola di Dio si è giunti a molteplici rotture, contrapponendo il primato della fede descritto da Paolo nella lettera ai Romani all’esigenza delle opere descritta dall’apostolo Giacomo. Noi oggi – ha aggiunto – rendiamo grazie invece per quella lunga scia di testimoni, sino ai giorni nostri, che facendo come Abramo non hanno offerto il proprio figlio Isacco, bensì il sacrificio della stessa vita a motivo della fede nel Signore Gesù”.

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