Processo in Vaticano: chiesta nullità dalle difese, prossima udienza 28 febbraio, 1° marzo possibile programma su interrogatori imputati

E’ durata quattro ore e mezza – dalle 9.45 alle 14.15, con qualche pausa – la settima udienza in corso in Vaticano sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Tutti gli avvocati – in questa prima udienza in cui sono stati unificati i due tronconi dell’inchiesta che comprende dieci imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu – hanno chiesto l’eccezione di nullità a causa del mancato deposito integrale di tutti gli atti. Tutti gli imputati erano assenti, tranne il card. Becciu e mons. Mauro Carlino. Il procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone – ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani – ha rinviato la prossima udienza al 28 febbraio, alle ore 10, con una possibile presentazione dell’ordinanza nell’udienza del giorno seguente, 1° marzo, quando – ha dichiarato Pignatone – “se verranno superate le eccezioni di nullità, verrà verificata la possibilità degli imputati a rendere gli interrogatori”. L’udienza del 1° marzo, quindi, qualora si verificasse tale ipotesi, potrebbe essere la prima in cui il processo entra nel vivo. Durante l’udienza di oggi, oltre alla Segreteria di Stato, allo Ior e all’Apsa, si è dichiarata parte civile anche l’Asif (ex Aif), l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria, con l’avvocato Anita Titomallio. “Dobbiamo aspettare che si costituisca anche la parrocchia di Borgo Pio?”, si è chiesto polemicamente l’avvocato Luigi Panella, difensore di Gianluigi Torzi. L’avvocato Fabio Viglione, difensione del cardinale Becciu, ha chiesto la nullità della citazione a giudizio ricordando “il dovere di ostensibilità di tutti i documenti”, mentre l’avvocato Panella, presentando la stessa istanza, ha fatto notare che durante il processo sono stati adottati quattro rescritti del Papa che hanno modificato la natura del processo stesso, con il rischio di “creare confusione tra il piano religioso e quello giuridico. Il Santo Padre può andare contro le leggi, ma finché ci sono devono essere rispettate. Si configura un processo al di fuori dei canoni del giusto processo. E’ stato introdotto un processo legale di eccezioni, con violazioni dello Stato di diritto per come si è evoluto nei secoli”. Durante l’udienza, c’è stata tra l’altro una schermaglia tra il promotore di giustizia, Alessandro Diddi, e il difensore di Gianluigi Torzi, l’avvocato Marco Franco, il quale ha sostenuto che i diritti umani del suo assistito – per cui il legittimo impedimento non è più un vincolo – “sono stati più volte violati ed è stato leso il diritto alla difesa”. Secca la replica di Diddi, che ha affermato: “Le si sta assumendo la responsabilità di quello che dice, attenzione alle calunnie”. E l’avvocato Franco, di rimando: “Siamo alle minacce?”. E’ toccato al presidente Pignatone porre fine a tale schermaglia.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia