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Summit Ue-Africa: Sall (presidente Ua), serve un “software relazionale” nei rapporti tra i due continenti

“Nella mia carriera ho partecipato ai 4 più recenti summit Ue-Ua. Questo è l’unico in cui abbiamo discusso in maniera diversa e franca”. Così Moussa Faki, presidente della commissione dell’Unione africana davanti ai giornalisti, dopo la fine del summit Ue-Ua. Nuovo il summit “sia sulla forma che sui contenuti”. Dal suo punto di vista ci sono due preoccupazioni per il futuro dell’Africa: il finanziamento della pace e il finanziamento allo sviluppo. Sul primo fronte è il momento di “fare valutazioni oneste” sui 2,5 miliardi di euro di finanziamenti per operazioni di pace e sugli oltre 60 anni di interventi delle forze dell’Onu. “Bisogna fare in modo diverso da come fatto fin qui” e cioè “non servono militari europei che muoiano in Africa, ma expertise, tecnologia, equipaggiamenti” per contrastare il terrorismo, sapendo che ci sono persone nei diversi Paesi africani, disponibili a impegnarsi. Rispetto allo sviluppo, per il presidente Faki la sfida sono le infrastrutture che ora mancano per collegare i Paesi e le regioni e rendere possibile la zona di libero scambio. Per il presidente dell’Ua e del Senegal, Macky Sall, il summit è stato un’“occasione storica per mettere con le azioni le fondamenta di un nuovo partenariato”. Ora occorre “mobilizzare i mezzi per sostenere gli impegni” e “creare una migliore atmosfera di lavoro”, secondo un “software relazionale”, perché si passi da una “relazione d’aiuto al partenariato” perché “ciascun partner ha risorse indispensabile all’altro”. E ha sottolineato: “Giovani e donne al cuore delle nostre agende”.

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