Università Cattolica: Bruxelles, il 7 dicembre “Storie di umanità divisa: dalla Muraglia cinese a Banksy”, lezione-spettacolo di Paolo Colombo

L’Università Cattolica, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Belgio e l’Istituto italiano di cultura, propone una lezione-spettacolo sui Muri della storia dal titolo “Storie di umanità divisa: dalla Muraglia cinese a Banksy”. Lo spettacolo si terrà presso il teatro dell’Istituto italiano di cultura a Bruxelles il 7 dicembre, dalle 19 alle 20.30. Il rettore dell’Ateneo, Franco Anelli, sarà presente alla serata. “La lezione-spettacolo – si legge in un comunicato – è un format originale di History Telling ideato da Paolo Colombo, professore ordinario di Istituzioni politiche presso la Cattolica, dove insegna anche Storia contemporanea. L’idea centrale è quella di insegnare e trasmettere il sapere storico anche fuori dall’accademia con modalità narrative innovative, attraverso una contaminazione della narrazione orale con la musica, i video, i disegni e altre forme artistiche”. L’obiettivo dichiarato “è sfidare il cliché secondo cui ‘la storia è noiosa’, coinvolgendo anche emotivamente un pubblico ampio, senza mai sacrificare il rigore scientifico”. Negli ultimi 15 anni, molte lezioni-spettacolo su diversi avvenimenti storici, da John Kennedy e i miti americani alla distruzione di Varsavia nel 1944, dalla Romania di Ceausescu al rapimento Moro e gli anni del terrorismo in Italia, sono state portate in teatri e festival italiani.
“Storie di umanità divisa: dalla Muraglia cinese a Banksy” è una lezione-spettacolo con la partecipazione di Michele Tranquillini e i suoi disegni dal vivo. Tranquillini è un illustratore e realizza mappe e reportage di viaggio illustrati, vedute, schizzi architettonici e video. “Per un breve momento della nostra storia, alla fine del ‘900, abbiamo creduto in un futuro dove non ci sarebbero più stati muri. D’altra parte, muri che ci sembravano indistruttibili si erano rivelati inaspettatamente fragilissimi ed erano clamorosamente caduti”, affermano gli autori. “E invece le cose sono andate diversamente. Perché il mondo odierno ci restituisce una immagine così divisa, frammentata, segmentata da ogni tipo di muro? Forse è giusto porsi questa domanda”.

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